La puntata di Un posto al sole andata in onda venerdì 9 maggio può essere considerata a tutti gli effetti un momento storico per la soap. Per la prima volta, o quasi, la narrazione ha deciso di aprirsi al mondo del paranormale.

In questo episodio, infatti, Agata ha stabilito un contatto tra l’infermiera Iolanda e suo figlio Antonio, morto in giovane età dopo essere stato pestato a morte da un poliziotto. Nonostante la sequenza di grande impatto, resta però una fortissima l’incognita in merito a quello che è realmente accaduto.

Un posto al sole: il dolore di Iolanda

Al centro della puntata c’è stata la tragica storia del figlio di Iolanda, morto a soli 34 anni. In occasione dell’anniversario della scomparsa, la donna ha affrontato la giornata di lavoro sopraffatta da un profondo senso di tristezza che l’ha consumata.

In un primo momento, l’infermiera ha trovato conforto nel sostegno di Rossella, ma la narrazione è entrata nel vivo solo con l’arrivo di Agata Rolando. Iolanda ha implorato la medium di metterla in contatto con suo figlio, e, dopo una breve esitazione, Agata ha deciso di assecondare la richiesta, colpita dalla sofferenza che tormentava la donna.

Agata Rolando (Maria Cristina Mastrangeli), sullo sfondo Michele Saviani (Alberto Rossi) © Un Posto al Sole Rai

La seduta spiritica per contattare l’anima di Antonio Baroni

Agata e Iolanda si sono rifugiate nella saletta degli infermieri, lontano da occhi indiscreti. Ignare però di essere osservate da Michele.

Agata si è rivolta a Iolanda tenendole le mani. Con grande empatia e dolcezza, le ha detto che suo figlio desiderava chiederle perdono per il dolore che le aveva causato. Ma, soprattutto, la pregava di non soffrire più per lui, perché ora non prova più dolore e ha trovato la pace.

Infine, Agata l’ha invitata a lasciarlo andare, spiegandole che solo così avrebbe potuto ritrovare un po’ di serenità anche lei.

I dubbi su quanto accaduto e l’ipotesi truffa

Guardando la scena con razionalità, quanto accaduto non sembra un evento paranormale.

Le parole di Agata, pur toccanti e precise, avrebbero potuto essere dette da chiunque abbia un po’ di intuito e sensibilità. Il dolore di una madre che ha perso un figlio è evidente, soprattutto in un giorno così simbolico. E la storia di Antonio, in un ambiente come quello ospedaliero, poteva essere conosciuta o facilmente intuibile.

Agata potrebbe semplicemente essere una persona molto empatica, capace di cogliere i segnali emotivi di chi ha davanti. Il suo intervento, più che medianico, sembra muoversi sul piano della psicologia. Ma la narrazione ha lasciato uno spiraglio aperto: quel dettaglio, quell’atmosfera sospesa, quel qualcosa che sfugge alla logica. E adesso toccherà a Michele fare i conti con ciò che ha visto.

Lui, da sempre razionale, potrebbe accusare Agata di essere una ciarlatana. Ma se dei nuovi segnali dovessero spingerlo a ricredersi, allora il confine tra scetticismo e fede potrebbe diventare una delle linee più affascinanti delle prossime puntate.