La notte più attesa a La Promessa doveva essere un evento indimenticabile, un momento di gioia e di festeggiamenti. Ma si è trasformata in un incubo, in una serata che ha svelato una verità devastante, sepolta per troppo tempo sotto strati di menzogne e apparenze. Tra sorrisi forzati, brindisi e abiti sfarzosi, si celava un complotto ordito con una freddezza calcolatrice. E proprio quella notte, finalmente, la maschera è caduta. La verità ha fatto irruzione, e nessuno è rimasto indenne.
Tutto è cominciato nei luoghi più oscuri della tenuta, in una vecchia dispensa dimenticata. Curro e Lope, due uomini segnati dalla sofferenza, si ritrovano a condividere un momento cruciale. Le mani di Lope tremano mentre porge a Curro un taccuino logoro ma prezioso, colmo di documenti compromettenti. Quelle pagine contenevano prove inconfutabili di una rete criminale operante nell’ombra, proprio all’interno della Promessa. Curro, leggendo una dopo l’altra le righe piene d’odio e tradimento, è sopraffatto da un mix di rabbia e orrore. Non si trattava solo di una truffa o di una semplice vendetta. Era un crimine orrendo, un attacco diretto alla sua famiglia, alla memoria di Hanna, e all’onore di Manuel.
Lope, ormai allo stremo, consegna a Curro la responsabilità di agire. Aveva rischiato la vita per raccogliere quelle prove, ora era il turno di Curro di portare a termine la missione. Curro, senza esitare, prende la scatola in legno che custodiva i documenti e corre nello studio di Manuel. Il giovane marchese, vedendo l’espressione tesa del suo amico, capisce immediatamente che qualcosa di molto grave è successo. Curro apre la scatola e comincia a spiegare tutto. Manuel inizia a leggere, pagina dopo pagina. La sua espressione si trasforma: prima incredulità, poi rabbia, e infine un gelo spietato. Tra quelle carte c’erano le firme di Leocadia, del Capitano Lorenzo e del Duca Lisandro de Carril. I veri responsabili della tragedia che aveva sconvolto la sua vita.
“Avvelenarono Hanna e incolparono ingiustamente mia madre”, mormora Manuel con voce rotta, quasi un sussurro carico di dolore. L’odio lo pervade. E come se non bastasse, quella stessa notte si stava tenendo una festa organizzata per celebrare Adriano Conde, figlio del Duca Lisandro. Una festa in quella stessa casa che era stata teatro di crimini indicibili. Curro propone a Manuel di rivelare tutto, e il marchese, rinvigorito da una rabbia lucida, accetta.
Le ore che seguono sono un’ironia tragica. Il grande salone della Promessa brilla di luci e decori. I nobili della regione sorridono, brindano, conversano, ignari del cataclisma che sta per colpirli. Catalina, raggiante, accompagna Adriano tra gli invitati. Don Alonso conversa pacificamente con Lisandro, e Leocadia siede in un angolo, elegante e serena, senza sapere che sarà la sua ultima notte da donna libera.
Poi, tra la folla, avanza Manuel. Il suo volto è serio, i suoi occhi ardono di determinazione. Si dirige con passo sicuro verso il podio e con un gesto ferma la musica. La sala si zittisce. Tutti si voltano a guardarlo. La sua voce, ferma e tagliente, squarcia il silenzio. Inizia a parlare. Denuncia pubblicamente Leocadia, Lorenzo e Lisandro. Li accusa di essere i fondatori occulti di una gioielleria che nascondeva veleni letali. Mostra i documenti, i contratti firmati, e rivela che il collier indossato da Leocadia conteneva una capsula con veleno, utilizzata per assassinare Hanna.
Sconcerto. Mormorii. Occhi sgranati. Leocadia tenta di difendersi, accusando Curro di mentire. Lorenzo cerca di dileguarsi. Lisandro, indignato, minaccia di querelare Manuel. Ma Curro si fa avanti con nuove prove. Contratti bancari, lettere, registri. Tutto è chiaro. E proprio in quel momento, le porte del salone si spalancano.
Il sergente Funes Burdina entra con due guardie civili. Il suo tono è severo, la sua presenza imponente. Annuncia che una denuncia formale è stata depositata e che possiede prove schiaccianti. Senza esitare, ordina l’arresto immediato di Leocadia, del Duca Lisandro e del Capitano Lorenzo. La sala esplode nel caos. Lisandro urla, Leocadia cerca di fuggire, Lorenzo viene bloccato. Gli ospiti, attoniti, assistono alla scena. La festa si dissolve. La verità ha preso il sopravvento.
Adriano osserva tutto con gli occhi pieni di lacrime. Catalina lo stringe, incredula. Don Alonso sprofonda su una sedia, devastato dalla scoperta della colpevolezza di sua moglie. E in cima al podio, Manuel osserva tutto. Il suo volto è contratto, ma finalmente sereno. La giustizia è stata fatta.
Con voce solenne, Manuel pronuncia le parole che nessuno dimenticherà mai:
“La verità, anche se tarda, viene sempre a galla. E stanotte, questa sala che doveva ospitare la gioia, si è trasformata in un tribunale.”
E ora?
Cosa sarà della Promessa dopo questo terremoto?
Riuscirà Manuel a ricostruire sulle macerie dell’inganno?
Una cosa è certa: nulla sarà più come prima.
Questa notte rimarrà impressa nella storia della Promessa come il giorno in cui il velo è stato strappato… e la verità ha trionfato.
