Un’esplosione di emozioni, intrighi e verità sconvolgenti travolge La Promessa quando, finalmente, la verità sul terribile sabotaggio ai danni di Curro viene a galla, cambiando per sempre gli equilibri del palazzo.

Dopo il drammatico incidente a cavallo, in cui Curro rischia seriamente la vita, il giovane si sente sopraffatto dalla paura. Non si tratta di una semplice fatalità: Curro scopre, con orrore, che quella caduta non è stata accidentale, ma attentamente orchestrata per provocare la sua morte, proprio come era accaduto a sua sorella Jana. Scosso e convinto di essere ancora in grave pericolo, chiede ad Alonso di intervenire immediatamente, ordinando di chiamare il sergente Burdina per un’indagine ufficiale.

La tensione al palazzo sale vertiginosamente mentre Burdina si mette all’opera. Con un’indagine minuziosa e senza lasciare nulla al caso, il sergente si concentra su ogni minimo dettaglio e, proprio grazie a una traccia inaspettata trovata sul luogo del picnic, arriva finalmente a smascherare il responsabile. L’arresto, tanto atteso, avverrà pubblicamente, sotto gli occhi increduli di tutti: il colpevole è Jacobo. Questo sconvolgente colpo di scena non solo conferma i sospetti che aleggiavano da tempo, ma scuote profondamente la fragile serenità di La Promessa.

Intanto, i corridoi del palazzo sono carichi di tensione. I domestici, in ansia per Curro, si scambiano sguardi pieni di paura e sussurrano tra loro. La notizia del suo crollo improvviso, aggravato dalla pressione insostenibile di Lorenzo, che lo costringeva a lavorare nonostante fosse ancora convalescente, si diffonde come un incendio. La rabbia cresce: il clima è diventato insostenibile, una nebbia soffocante di sospetti e risentimento aleggia su ogni angolo del palazzo.

In cucina, tra il tintinnio nervoso delle stoviglie e i passi affrettati, Pia e Lope discutono sottovoce. Pia, distrutta dalla rabbia e dall’impotenza, stringe una tovaglia tra le mani con tanta forza da far sbiancare le nocche. “Così non si può andare avanti”, sussurra con voce tesa, ricordando come Curro sia stato umiliato e sfruttato fino allo sfinimento. Lope, serio e preoccupato, annuisce: entrambi sanno bene chi è il burattinaio nell’ombra. Lorenzo non ha mai nascosto il suo disprezzo per Curro e ora è evidente che sia disposto a tutto pur di annientarlo.

Pia e Lope ripensano anche a Giana: quella povera ragazza che stava migliorando, che aveva speranze di guarigione, ma che è stata schiacciata sotto il peso della crudeltà e delle macchinazioni di chi voleva farla tacere per sempre. Pia sente il dolore come una lama nel cuore: Cruz sta ancora pagando per un crimine che non ha commesso. Questa volta, però, Pia giura a se stessa che non permetterà che Curro faccia la stessa fine.

Con uno sguardo carico di determinazione, Pia rivela a Lope che Curro ha elaborato un piano rischioso: fingere di essere più debole di quanto sia realmente, nella speranza di attirare Lorenzo e i suoi complici in errore, cogliendoli in flagrante. Lope resta sbalordito, consapevole del pericolo, ma anche del coraggio straordinario del giovane Curro. Questa è forse l’unica possibilità di ottenere giustizia, non solo per Curro, ma anche per Giana.

Proprio mentre Pia e Lope parlano con cautela nella cucina, la porta si spalanca con violenza: Lorenzo entra con la sua solita arroganza, cogliendo tutti di sorpresa. Il suo tono sarcastico e sprezzante riempie la stanza di gelo: accusa i domestici di spettegolare invece di lavorare, minacciando licenziamenti immediati. Il suo comportamento tracotante però non nasconde l’inquietudine che lo rode dentro. Nonostante il suo odio dichiarato per Curro, Lorenzo sa nel profondo di non essere responsabile del sabotaggio alla sella. Ma se non è stato lui… chi allora?

Mentre la tensione cresce, Lorenzo, sospettoso, si reca nella stanza di Leocadia. La trova intenta nei suoi rituali di vanità, perfettamente a suo agio come se nulla di grave fosse accaduto. Tra loro si scambiano poche parole, dense di veleno e doppi sensi, ma il dubbio si insinua anche in Lorenzo: forse la rete di intrighi che avvolge La Promessa è ancora più complessa di quanto avesse immaginato.

Intanto, il sergente Burdina, grazie a quell’elemento chiave scoperto durante le indagini – un frammento di stoffa, una traccia inequivocabile lasciata dal vero sabotatore – emette senza indugi l’ordine di arresto contro Jacobo. Il tutto avviene davanti agli occhi attoniti degli abitanti del palazzo, in un momento carico di pathos che nessuno potrà mai dimenticare. L’arresto di Jacobo non solo mette fine al pericolo imminente per Curro, ma scatena una serie di reazioni a catena: segreti sepolti iniziano a emergere e nuove alleanze si formano in fretta per proteggere i propri interessi.

Con Jacobo finalmente sotto custodia, Curro può tirare un sospiro di sollievo, ma sa bene che la battaglia non è ancora finita. I veri burattinai, coloro che hanno tramato contro Giana e che ora minacciano anche lui, sono ancora in libertà. E mentre La Promessa torna a respirare, il vento della vendetta e della giustizia continua a soffiare forte tra le sue mura.