Nella saga sempre più avvincente de La Promessa, arriva un episodio che cambierà ogni equilibrio: il passato di Curro torna a galla con la forza devastante di una tempesta, portando con sé verità taciute, colpe inconfessabili e un nome che scuote le fondamenta stesse della tenuta: Lisandro de Carval.
Tutto inizia con un’atmosfera tesa, quasi irreale. La gioielliera Esmeralda, un tempo raffinata artista al servizio dell’aristocrazia, ora è una donna distrutta dal rimorso, travolta da un passato che credeva sepolto. Le sue mani, una volta agili tra le pietre preziose, ora tremano. Ed è proprio nel suo laboratorio, in quella luce fioca e carica di presagi, che riappare Curro, l’uomo che rappresenta tutto ciò da cui lei aveva tentato di fuggire.
Il loro sguardo si incrocia e il tempo sembra fermarsi. Curro, con voce pacata ma incalzante, non cerca vendetta: vuole risposte. Non può più vivere con il peso dell’ignoranza sulla propria identità, sul tentato omicidio che ha quasi spezzato la sua vita e su quello zaffiro misterioso che è comparso come un presagio.
Smeralda inizialmente prova a trattenere la verità. Ma quando Curro pronuncia le parole giuste, il muro di silenzio che aveva costruito inizia a crollare. Con un filo di voce, come liberandosi da una maledizione, la donna confessa tutto: mesi prima aveva ricevuto una richiesta insolita, un incarico ambiguo. Doveva creare un gioiello: uno zaffiro blu intenso, così puro e vibrante da sembrare irreale. Il cliente ufficiale era una nobildonna, ma a pagare fu un uomo dal volto oscuro e freddo. Nessun nome. Solo paura, urgenza, e contanti. Troppi segreti.
Quando lo zaffiro venne consegnato, il silenzio cadde come una coltre. Nessuna festa, nessuna cerimonia. Poco dopo, Curro fu aggredito. Solo allora Esmeralda iniziò a comprendere: quello non era un semplice gioiello. Era un’esca, un simbolo, forse addirittura una firma. Qualcuno aveva usato il suo laboratorio per un piano più grande, e lei, involontariamente, era diventata complice.
Il nome che la donna pronuncia, come un sussurro che gela l’anima, è Lisandro de Carval. A quel suono, Curro resta pietrificato. L’eco di quel nome gli scava dentro. Lisandro, l’uomo potente e manipolatore, capace di insinuarsi ovunque con la grazia di un serpente e la crudeltà di un burattinaio. Nessuno lo ha mai sfidato. Nessuno ha mai osato. Fino ad ora.
Lisandro non è solo un uomo ricco. È l’impostore che ha avvelenato famiglie, alleanze e verità. Ed è legato, ora lo sappiamo, al tentato omicidio di Curro e – cosa ancora più scioccante – alle sue vere origini.
Curro tenta disperatamente di dare un senso a tutto. E lo fa tornando a quel gioiello, a quello zaffiro incastonato non per bellezza, ma per messaggio. Esmeralda conferma ciò che Curro aveva sempre temuto ma mai avuto il coraggio di affrontare: non era una semplice pietra preziosa, ma un simbolo inciso, un emblema di sangue, un marchio di stirpe.
Un marchio appartenente a una famiglia: i Luyan.
Il gelo cala nella stanza. Curro resta senza fiato. Quel nome – Luyan – è un colpo al cuore. È la famiglia a cui non ha mai appartenuto, e che ora scopre essere la sua vera eredità. Un cognome nobile che gli è stato negato, un passato che gli è stato rubato.
Ma le rivelazioni non finiscono qui.
Esmeralda, con voce ormai più ferma, gli svela anche il ruolo di una figura rimasta fino a quel momento nell’ombra: la Marchesa, una donna potente e misteriosa, che aveva commissionato il gioiello non per se stessa, ma per il figlio segreto del Marchese Alonso.
Il figlio. Curro.
È in questo momento che la verità esplode in tutta la sua potenza. Lo zaffiro era un messaggio della madre biologica di Curro. Un segno d’amore, un indizio lasciato tra le pieghe del silenzio e del potere. Quello non era un regalo, era una firma d’identità. Un segnale per chi sapesse leggere i simboli delle grandi famiglie. Una madre che non ha mai potuto riconoscerlo pubblicamente. Una madre che ha vissuto nell’ombra, e che ora parla attraverso quel frammento di luce blu.
Curro barcolla. Il peso della rivelazione è schiacciante. Ma dentro di lui qualcosa cambia. La paura lascia il posto alla determinazione. Non vuole più vivere nella menzogna. Ora che la verità è affiorata, pretende di sapere tutto. Ogni dettaglio. Ogni nome.
Lisandro de Carval non può più nascondersi. La sua maschera è stata strappata. E la verità sulla madre di Curro, sulla sua nascita, su chi abbia ordinato l’aggressione e perché… tutto sta venendo alla luce. Il tempo delle bugie è finito.
Con occhi lucidi ma fermi, Curro si fa avanti. Guarda Esmeralda e Lope, e annuncia con fermezza: è ora di fare i conti.
Chi è davvero Lisandro de Carval?
Perché ha ordinato quel gioiello?
Cosa sapeva la Marchesa?
E soprattutto: perché la verità su sua madre è rimasta nascosta per così tanto tempo?
I segreti cadono come foglie d’autunno. La resa dei conti è iniziata.
E niente, niente sarà più come prima.
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