Il gran finale de La Promessa lascia tutti senza fiato con una rivelazione devastante: la vera responsabile dell’attentato a Jana non è Cruz, come molti sospettavano, bensì Leocadia. Dietro il suo volto impassibile e la sua compostezza impeccabile, si nascondeva l’artefice di un complotto oscuro e spietato. Ma il destino aveva in serbo per lei un epilogo imprevedibile: un colpo di pistola ha posto fine alla sua fuga e alla sua vita, chiudendo il cerchio con un’esplosione di emozioni, verità sepolte e giustizia tardiva.

Tutto inizia con l’angoscia che grava sul palazzo, dove Alonso ha ordinato la reclusione di tutti per impedire che il vero colpevole scappi. I corridoi risuonano di sospetti e tensioni mentre Jana, ancora in convalescenza dopo il brutale attentato, lotta tra la vita e la morte. Cruz, accusata ingiustamente, è tenuta prigioniera in isolamento, proclamando la propria innocenza a chiunque voglia ascoltarla. Tuttavia, le sue parole si perdono tra le pietre fredde delle pareti e la diffidenza generale.

Il sergente Burdina guida le indagini con tenacia, ma anche lui, inizialmente, sospetta di Cruz. Intanto Petra, la governante, è nel mirino per il suo passato ambiguo e i rapporti tesi con Jana. L’intero palazzo vive in uno stato di costante sospetto. Manuel, figlio di Cruz, è devastato: non riesce a credere che sua madre sia capace di un simile crimine, ma teme che lo scandalo travolga tutta la famiglia, soprattutto dopo aver scoperto che Curro è anch’egli figlio di Alonso.

Nel frattempo, Leocadia si muove con apparente calma e discrezione. Il suo comportamento non insospettisce nessuno: è sempre stata riservata, elegante e imperturbabile. Ma sotto quella maschera di perfezione si cela una mente fredda e calcolatrice. Nessuno avrebbe potuto immaginare che fosse proprio lei a tramare nell’ombra contro Jana, mossa da antichi rancori, alleanze dimenticate e un desiderio feroce di eliminare chi poteva minacciare i suoi interessi.

Mentre Curro veglia con dolcezza su Jana, che tra sogni febbrili e ricordi confusi pronuncia parole spezzate, il sergente Burdina trova un indizio cruciale: una pistola nascosta in cantina, avvolta in stoffe con sigle legate alla famiglia di Cruz. Ma qualcosa non torna. Analizzando meglio l’arma, e notando le stranezze nel comportamento di Leocadia, Burdina inizia a collegare gli indizi. Il modo in cui lei si comporta quando lui è presente — troppo servizievole, troppo controllata — accende i suoi sospetti.

La svolta arriva in una notte tesa, quando Burdina decide di seguirla di nascosto. La vede entrare nella vecchia sala di musica abbandonata, dove si mette a parlare sottovoce con qualcuno tramite un vecchio auricolare a filo. Le sue parole sono ghiaccianti: “Giana doveva morire, la colpa deve restare su Cruz… non posso permettere che venga fuori la verità.” Con quelle frasi, Leocadia si condanna da sola. Il sergente, armato ma lucido, non la affronta subito: sa di dover raccogliere prove inconfutabili prima di agire.

All’alba, Burdina si incontra in segreto con Alonso e Romulo. Racconta tutto: la confessione sussurrata, il ritrovamento dell’arma, gli appunti che indicano come Leocadia stesse monitorando i movimenti di Jana per colpire al momento giusto. Finalmente, il velo si solleva, e la verità fa breccia tra le menzogne.

Ma quando il confronto finale avviene, la tensione è alle stelle. Leocadia, ormai smascherata, è braccata. Alonso la affronta, Burdina la circonda, e Romulo chiude le vie di fuga. Lei, presa in trappola, perde la compostezza per la prima volta. Grida, minaccia, tenta di manipolare ancora, ma nessuno le crede più. E proprio mentre tutto sembra volgere verso l’arresto, accade l’impensabile: Leocadia afferra una pistola. Parte un colpo.

Il suono riecheggia nel silenzio pesante del palazzo. Un attimo dopo, Leocadia cade a terra. Colpita. Il proiettile, però, non l’ha sparato lei: in un gesto disperato, aveva cercato di usarlo contro chi la stava smascherando. Ma la prontezza di Burdina ha evitato il peggio. Un colpo preciso, letale. Leocadia muore sul colpo, portandosi via tutti i suoi intrighi, le sue bugie, e quel rancore profondo che l’aveva trasformata in un’ombra letale.

La morte di Leocadia sconvolge tutti. Cruz viene finalmente scagionata, ma le cicatrici dell’accusa ingiusta restano. Petra è sollevata, Curro e Manuel trovano un nuovo equilibrio, e Jana, seppur provata, inizia lentamente a guarire, sia nel corpo che nell’anima.

Il palazzo, segnato per sempre da questa tragedia, si prepara a un nuovo inizio. Ma la memoria di ciò che è accaduto — le alleanze segrete, il sangue versato, la verità nascosta — rimarrà viva per sempre nei suoi corridoi.

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