La tenuta de La Promessa si immerge in giorni turbolenti, dove segreti, tradimenti e ritorni inaspettati scuotono le mura del palazzo con la forza di un terremoto. Al centro di questa tempesta c’è Curro, la cui vita subisce una svolta radicale quando riceve il riconoscimento ufficiale che aveva tanto desiderato. Dall’altro lato, l’ombra dell’antico maggiordomo torna a farsi presente: Rómulo ritorna, e non lo fa a mani vuote, ma portando con sé un segreto capace di distruggere tutto.
L’aria nei giardini de La Promessa sembrava calma, ma in realtà era solo il preludio a una tempesta. Curro, stanco di una vita di umiliazioni, era deciso ad andarsene per sempre dal palazzo. Né l’amore di Ángela né le suppliche dei suoi amici sembravano sufficienti a fermarlo. La delusione lo consumava, convinto che non sarebbe mai stato riconosciuto come qualcosa di più di un semplice lacchè. Tuttavia, ciò che non immaginava era che Alonso e Ángela erano disposti a lottare per lui, arrivando perfino a sfidare le leggi più severe della corona.
L’intervento di Ángela fu decisivo. Con il suo coraggio, riuscì a convincere il marchese che era giunto il momento di smettere di nascondere suo figlio. Insieme redassero una lettera indirizzata alla Casa Reale in cui venivano esposti i meriti di Curro: il suo ruolo chiave nell’arresto di Lorenzo, il suo impegno nelle indagini sui crimini che avevano segnato la famiglia e la sua lealtà incrollabile nonostante le umiliazioni subite. Contro ogni previsione, la risposta arrivò in fretta. La corona riconosceva Curro come figlio legittimo del marchese, restituendogli ufficialmente il titolo e la nobiltà.
Il momento in cui Curro stava per varcare la soglia de La Promessa per andarsene fu interrotto dalla supplica disperata di Ángela e dalle parole commosse di Alonso. Finalmente, la verità che aveva desiderato per tutta la vita diventava realtà. Il lacchè umiliato lasciava spazio a un uomo che recuperava il suo posto nel mondo. Con il decreto in mano, Curro sollevò la testa e accettò ciò che gli spettava di diritto: il sangue dei Luján scorreva nelle sue vene, e nessuno avrebbe più potuto negarlo.
Ma questa restituzione non portò calma, bensì fuoco. Curro, trasformato in nobile, sorprese tutti con la sua prima richiesta: che Leocadia pagasse per i suoi crimini. Pretese che fosse arrestata come complice di Lorenzo, dimostrando di non essere disposto a permettere che bugie e tradimenti continuassero ad avvelenare La Promessa. Il ragazzo insicuro e stanco era ormai alle spalle; davanti a tutti si ergeva un nobile deciso a imporre giustizia, anche a costo di affrontare coloro che erano stati potenti dentro il palazzo.
Nel frattempo, nei sotterranei della servitù, si combatteva un’altra battaglia. Cristóbal, il nuovo maggiordomo, era diventato un tiranno insopportabile. Invidioso dell’ombra che Rómulo ancora proiettava nella memoria dei domestici, decise di punirli riducendo i loro salari come prova della sua autorità. López, indignato, arrivò a proporre uno sciopero, ma la situazione sembrava senza via d’uscita: Cristóbal non solo si sentiva intoccabile, ma contava anche con la complicità totale di Leocadia, che lo incoraggiava a indurire il suo regime di potere.
Il clima divenne irrespirabile. Tuttavia, ciò che Cristóbal non sapeva era che il destino gli aveva preparato una sorpresa capace di abbattere di colpo la sua falsa autorità. In un pomeriggio afoso, mentre scendeva le scale con aria di superiorità, i domestici interruppero le loro mansioni e iniziarono a mormorare. Qualcosa di insolito stava accadendo all’ingresso principale. Gli sguardi increduli si fissarono sulla figura che attraversava l’atrio con passo fermo e sereno: Rómulo era tornato.
L’impatto fu immediato. Simona non riuscì a trattenere le lacrime, López rimase a bocca aperta e perfino Petra lasciò cadere un vassoio d’argento a terra vedendolo. Rómulo non era più l’uomo che se n’era andato: più forte, più deciso e con una calma implacabile nello sguardo, tornava per riprendersi ciò che era suo. La tensione divenne insopportabile quando si trovò faccia a faccia con Cristóbal.
Il nuovo maggiordomo tentò di imporsi con parole dure, ma il tremore nelle sue mani lo tradiva. “Questo non è più il tuo posto”, gridò, convinto che il suo potere potesse ancora prevalere. Ma Rómulo rispose con una freddezza che gelò il sangue di tutti i presenti: “I sostituti valgono solo quando sono legittimi”. La sua sola presenza bastò a minare l’autorità di Cristóbal, che cominciava a rendersi conto che il suo regno del terrore stava giungendo alla fine.
Eppure, la sorpresa più grande non era il suo ritorno, ma ciò che portava con sé. Rómulo aveva scoperto un segreto mortale, una verità capace di distruggere completamente l’immagine di Cristóbal e di porre fine alla poca stabilità che rimaneva nel palazzo. Nelle sue mani c’era una rivelazione devastante: Cristóbal non era chi diceva di essere. La sua vera identità, fino ad allora accuratamente nascosta, avrebbe potuto trascinare Ángela e tutti coloro che lo circondavano in un abisso di dolore e distruzione.
Il ritorno di Rómulo e l’ascesa di Curro come nobile segnano un prima e un dopo a La Promessa. Da un lato, la giustizia inizia a farsi strada tra le mura che per tanto tempo avevano nascosto segreti e menzogne. Dall’altro, la minaccia di un segreto ancora più oscuro incombe su tutti. Sarà questa la caduta definitiva degli impostori o soltanto l’inizio di un dramma ancora più grande?
Le prossime giornate promettono di essere da infarto: arresti, rivelazioni familiari e tradimenti inaspettati terranno ogni abitante del palazzo sull’orlo del collasso. L’unica certezza è che nulla sarà più come prima dopo che Curro avrà reclamato il suo posto e Rómulo avrà smascherato il nemico nascosto. La pace a La Promessa è ormai un miraggio. Ciò che sta per arrivare promette di essere una battaglia senza ritorno.