La presunta vittoria di Leocadia sui domestici de La Promessa è solo un’illusione. Lei è convinta di averli tutti sotto il suo pugno di ferro, ma ciò che sta per accadere distruggerà il suo fragile regno. In questo episodio, un ritorno inaspettato e una verità sepolta per anni scuoteranno le fondamenta del palazzo.
La tensione si taglia con un coltello. Leocadia attraversa la cucina con passi calcolati, la voce affilata e colma di veleno. Le sue frasi, fredde e misurate, cadono come colpi sullo spirito dei domestici. «Oggi siete perdonati… ma se domani non sarete ai vostri posti, nessuno di voi metterà più piede in questo palazzo», dichiara, scrutando ogni volto alla ricerca di un segno di resa.
María, con il cuore che batte di rabbia, le tiene testa: «Ci stai minacciando?»
«Cara, non è una minaccia. È un’opportunità», risponde Leocadia, con un sorriso tagliente come una lama. Parla di rimpiazzarli senza pietà, di trovare gente più docile e a buon mercato. Il suo tono umilia, e l’intera cucina si riempie di amarezza.
Pía esplode, incapace di trattenersi: «Nemmeno il marchese Alonso tratterebbe un cane in questo modo.»
Ma la risposta di Leocadia è devastante: il marchese non c’è, e Cristóbal ha piena autorità per agire come meglio crede. La menzione di un documento firmato da Alonso cala un silenzio pesante. Per ora, il potere è nelle mani dei nemici.
La resistenza si spezza lentamente. Petra è la prima a cedere, tornando alle sue mansioni con una gelida rassegnazione. Gli altri la seguono, uno dopo l’altro, soffocando la dignità per salvare il lavoro. Leocadia, soddisfatta, lascia la cucina e si dirige allo studio, dove Cristóbal l’attende con un calice di vino. «Sono tutti tornati a lavorare», annuncia con orgoglio. Lui la elogia, dicendo che è molto più efficace di quanto lo sia mai stato Rómulo.
Ma entrambi sanno che la calma è solo momentanea. Cristóbal progetta di riassegnare i compiti dove possano fare più male, e poi licenziare uno a uno coloro che hanno più voce. La guerra è dichiarata.
In lavanderia, i domestici mormorano con amarezza. «Questa non è più La Promessa», dice Simona. Lope tace, ma ricorda una lezione di Rómulo: chi conosce i segreti di una casa, può abbatterla. E loro li conoscono tutti.
All’improvviso, un brusio cresce dall’ingresso principale. Le mansioni si fermano. Sguardi di incredulità e speranza si incrociano. Persino Petra lascia cadere un vassoio. La ragione è una sola: Rómulo è tornato.
La sua figura appare nell’atrio, con un cappotto scuro e una postura ferma, come se non fosse mai partito. L’eco dei suoi stivali sul marmo risuona in tutto il palazzo. Simona si porta la mano alla bocca, trattenendo un singhiozzo; Lope sussurra: «È lui…».
Cristóbal scende le scale, pallido. Tenta di mantenere il controllo, ma le sue mani lo tradiscono. «Sei stato rimpiazzato», dice con durezza.
Rómulo risponde senza alzare la voce: «I rimpiazzi valgono solo quando sono legittimi… e tu non avresti mai dovuto essere qui.»
Davanti agli sguardi di tutti, Cristóbal afferma di avere l’autorizzazione del marchese. Allora Rómulo alza una cartella di cuoio: «È proprio con il signor Alonso Luján che voglio parlare. Il marchese deve sapere chi sei veramente… e non solo lui, tutti.»
Senza aggiungere altro, sale alla biblioteca. Alonso, sorpreso dal suo ritorno, gli chiede dove sia stato. Rómulo spiega di essere partito per indagare su una minaccia che gravava su La Promessa. E la sua indagine lo ha portato a una verità sconvolgente.
Il marchese apre la cartella. Le mani gli tremano leggendo documenti e lettere. L’espressione passa dalla sorpresa alla collera. Rómulo conferma: Cristóbal non è un semplice maggiordomo, ma un sicario che ha lavorato per anni eliminando nemici per nobili potenti. Il suo vero nome non è neppure Cristóbal… e inoltre, è il padre di Ángela, la figlia di Leocadia.
La somiglianza tra loro è innegabile e i documenti lo provano. Alonso resta sotto shock. «Perché una persona del genere verrebbe nel mio palazzo?», domanda. Rómulo risponde: «Perché qualcuno l’ha chiamato.» Ed è giunto il momento di agire.
Pochi minuti dopo, Alonso scende nell’atrio accompagnato da Rómulo. I domestici sono riuniti. La sola presenza del marchese accanto al vecchio maggiordomo fa crollare il volto di Leocadia.
«Vuoi spiegarmi questo?», chiede Alonso con voce grave, mostrando i documenti. Lei tenta un sorriso, ma si spegne quando sente: «Questo assassino è al tuo fianco.» Cristóbal resta immobile. Leocadia, terrorizzata, balbetta: «Non è come sembra…» Ma non convince nessuno.
Ángela, sconvolta, si stacca dalla madre: «Mi hai mentito per tutta la vita.» La giovane non accetta altre scuse. Alonso ordina la loro immediata espulsione. Leocadia si allontana a capo chino, portando con sé la sconfitta.
La sala resta in silenzio, con un misto di sollievo e timore. Perché una cosa è certa: a La Promessa la verità ha un prezzo… e nessuno, assolutamente nessuno, è al sicuro.