A La Promessa, l’apparente armonia ritrovata tra Catalina e Pelayo si infrange come cristallo sotto il peso di una verità sconvolgente: Catalina è incinta, ma il padre non è suo marito. La notizia scuote le fondamenta già instabili del palazzo e dà il via a una serie di eventi che rischiano di compromettere per sempre l’onore della famiglia.
Dopo un ritorno che sembrava aver riacceso l’intesa tra Catalina e Pelayo, i domestici notavano sorrisi condivisi e passi finalmente sereni nei corridoi. Ma dietro a quella pace apparente, Catalina portava un segreto inconfessabile. Una mattina, fissandosi allo specchio nella luce fioca della sua camera, comprese ciò che il suo corpo le stava dicendo: era incinta. Ma non era la maternità a farle tremare le mani, bensì il fatto che il bambino non fosse di Pelayo.
Il padre era Adriano, un mezzadro gentile e malinconico, arrivato alla tenuta nel momento più buio per Catalina. Dopo essere stata umiliata dalla società e abbandonata da Pelayo, Catalina aveva trovato rifugio nella solitudine e nel lavoro. Adriano, silenzioso e dignitoso, divenne per lei prima una presenza confortante, poi qualcosa di più. Una sera di pioggia, rimasti soli nella rimessa, gli sguardi si incrociarono e la passione travolse entrambi.
Quando Catalina trova il coraggio di confessare la verità a Pelayo, lo fa in giardino, lontano da occhi indiscreti. “Aspetto un figlio”, gli dice, “ma non è tuo. È di Adriano.” La reazione di Pelayo è feroce. Dall’incredulità si passa alla rabbia. “Il mezzadro? Quel ragazzo che hai accolto come un cane bagnato?”, grida con disprezzo. Catalina prova a spiegare, racconta del vuoto, della solitudine, ma Pelayo è sordo. “Hai distrutto tutto,” le urla, colpito nell’orgoglio. Lei insiste: “Ti amo. Voglio essere onesta con te.” Ma Pelayo, con uno sguardo tagliente, le intima di tacere e se ne va, lasciandola sola nel giardino tra le rose ormai appassite.
Nel frattempo, un’altra tempesta si abbatte sulla famiglia. Manuel, in un gesto di ribellione, ha annunciato pubblicamente di amare Jana, la domestica. Alonso, suo padre, è furioso. “Un affronto alla famiglia,” tuona. La marchesa Cruz, per quanto provi a mantenere la calma, sa che la situazione sta per sfuggire di mano. Due scandali — la gravidanza di Catalina e l’amore proibito di Manuel — minacciano la rispettabilità dei Luján.
Catalina passa la notte insonne, seduta alla finestra. Il vento agita le tende, ma i pensieri sono ancora più turbolenti. All’alba prende una decisione: andarsene. Non è una fuga, ma un atto di dignità. Non può restare in un luogo dove ogni sguardo la condannerebbe. “Voglio partorire altrove, crescere mio figlio in pace,” sussurra a se stessa, mentre prepara una valigia con poche cose.
Quando Pelayo informa Cruz della gravidanza, lo fa con rabbia e dolore. “Aspetta un figlio, ma non è mio. È di un mezzadro.” La marchesa, sconvolta, cerca di mantenere il controllo. “Vuoi dire tutto a tutti?” domanda. “Fuggirà,” risponde Pelayo, “e io mi vergogno di averla amata.” Cruz lo rimprovera: “Non sei stato un santo. Se l’hai lasciata sola, anche tu hai delle colpe.” Per la prima volta, Pelayo inizia a dubitare di sé.
Nel frattempo, Manuel affronta suo padre Alonso come un soldato in battaglia. “Amo Jana,” proclama. Ma Alonso, legato alla tradizione, non accetta. “Le domestiche si ringraziano e si dimenticano.” Manuel non si lascia intimidire. “Lei è più nobile di tanti nobili. Non mi serve il tuo benestare, mi basta il suo amore.” Cruz cerca di placare lo scontro: “Abbiamo già abbastanza scandali.”
Mentre i conflitti si moltiplicano, è Ramona, la domestica anziana, a informare Jana della gravidanza di Catalina. Jana, colpita, comprende subito il dolore dell’amica. Non giudica, anzi, corre da lei in cucina, dove la trova pronta a partire. “Non devi andar via,” le dice con dolcezza. “Hai diritto a restare, a essere madre, a essere felice.” Catalina, sorpresa, le chiede: “Come hai fatto tu ad affrontare tutto?” Jana, con un sorriso velato di malinconia, risponde: “Soffrendo, ma scegliendo sempre l’amore.”
Quella sera, mentre le ombre si allungano nel giardino, un ritorno inaspettato cambia tutto. Adriano, mandato via mesi prima da Tadeo, riappare. Ha bisogno di sapere se Catalina sta bene. Quando la vede al cancello con la valigia, il cuore gli balza in petto. “Se te ne vai, non saprò mai chi sono davvero. Il figlio che porti è mio, ma tu sei ancora nel mio cuore.” Catalina scoppia a piangere. “Non posso restare,” ammette, “ma se mi seguirai, non sarò più sola.”
Cruz sa che la situazione è insostenibile. Convoca Catalina in biblioteca. “Se vuoi restare in questa casa, la tua gravidanza non deve uscire da queste mura.” Catalina, con fierezza, replica: “E se non volessi nasconderla?” La risposta è netta: “Allora ti accompagnerò fuori io stessa.” È un ultimatum, ma anche una forma distorta di protezione. La società non perdona, e Cruz lo sa bene.
Quella notte Catalina scrive due lettere: una per Pelayo, dove chiede perdono; una per Adriano, dove lascia una porta aperta. Ma nessuna delle due viene consegnata. Restano sul comodino, simbolo di un cuore diviso. La giovane è tormentata: restare significherebbe proteggere il figlio o condannarlo? Andarsene la renderebbe libera o solo più sola?
Confusa, si rifugia da Jana e le chiede consiglio. “Tu cosa faresti?” Jana la stringe in un abbraccio: “Scegli l’amore. Sempre, anche se fa male.”
Nel suo studio, Pelayo affronta il proprio riflesso. “L’ho amata,” pensa, “ma non ho mai saputo capirla.” Ricorda le sue assenze, la gelosia, la distanza. Si rende conto che, in fondo, ha tradito Catalina molto prima che lei lo tradisse. Con il cuore carico di rimorso, si alza, prende il cappello e corre a cercarla.
Ma il tempo stringe. Mentre i corridoi del palazzo si fanno sempre più tesi, e voci iniziano a circolare, La Promessa si prepara a un’esplosione che potrebbe cambiare ogni cosa. Catalina, Adriano, Pelayo e Jana sono al centro di una tempesta di sentimenti, colpe e scelte difficili.
E il destino, come sempre, è pronto a presentare il conto.