Nel cuore inquieto del palazzo de La Promessa, un mistero che sembrava destinato a svanire nel silenzio trova finalmente la sua voce. Curro, devastato dalla tragica morte di Eugenia, non si rassegna alla versione ufficiale: quella di un gesto disperato di una donna fragile. Lui, che la conosceva meglio di chiunque altro, sa che la verità è un’altra. E la verità inizia a emergere da un dettaglio. Uno solo. Scioccante. Ma sufficiente a cambiare tutto.
La promessa di Curro: verità, a ogni costo
Dopo la scomparsa di Eugenia, Curro si ritrova da solo davanti al suo ritratto, con il cuore a pezzi ma lo sguardo determinato. Il silenzio del palazzo, l’indifferenza forzata dei nobili, e le parole sospese tra i servitori lo spingono a reagire. Quando Pia lo raggiunge nel corridoio e gli suggerisce di riposare, lui la guarda con occhi infuocati: “Non si è uccisa. Qualcuno l’ha spinta oltre il limite. E lo scoprirò.”
Un’indagine nell’ombra
Mentre tutti credono che Curro si stia rassegnando, lui invece inizia a scavare tra le pieghe del palazzo. Con l’aiuto discreto di Pia, comincia a cercare tracce, indizi, segnali. L’occasione arriva quando, durante una perquisizione segreta nella stanza di Leocadia, i due scoprono una botola nascosta sotto un tappeto. Dentro, una scatola rivestita di velluto contenente lettere, fotografie rovinate, un flacone vuoto e una pagina con il nome completo di Eugenia Maria de Luian. Quel flacone diventerà il pezzo mancante del puzzle.
Il veleno nel tè
Pia decide di portare quel flacone in un villaggio vicino, da un vecchio speziale di fiducia. La diagnosi è sconvolgente: si tratta di una sostanza usata per manipolare la mente, capace di causare confusione, delirio, perdita di memoria. Un veleno lento, mescolato nel tè con apparente gentilezza. Pia torna al palazzo con il cuore in tumulto. La verità è ormai chiara: Eugenia è stata avvelenata. E non da uno qualunque. Il flacone era nascosto nella stanza di Lorenzo.
Eugenia lo sapeva
Curro, alla vista del flacone e delle note scritte da Eugenia nei suoi ultimi giorni, sente la rabbia trasformarsi in forza. Lei lo aveva scritto: “Non sono più me stessa. Il tè è sempre lo stesso. Mi osservano.” Era un grido d’aiuto, lasciato tra le righe per chi avrebbe saputo leggerlo. Ora lui lo ha fatto. E non può più tornare indietro.
Il piano prende forma
Curro e Pia decidono di agire nell’ombra. Raccolgono prove, osservano, ascoltano. Tutto il palazzo diventa un campo minato: ogni corridoio potrebbe nascondere un nemico, ogni ombra un complice. Troveranno lettere minatorie, oggetti appartenuti a Eugenia nascosti in stanze impensabili, documenti segreti. E ogni elemento riconduce sempre a tre nomi: Leocadia, Lorenzo e Lisandro.
Il dettaglio che cambia tutto
Il giorno decisivo arriva quando Pia, durante una perquisizione nella stanza usata da Lorenzo, trova un flacone di cristallo avvolto in un fazzoletto azzurro. Lo porta dallo speziale che conferma: è lo stesso tipo di veleno usato per destabilizzare Eugenia. Pia torna al palazzo stringendo quel flacone come fosse una reliquia. È la prova definitiva.
L’arrivo di Burdina
Con tutte le prove raccolte, Curro e Pia si sentono pronti. Chiamano il sergente Burdina, che arriva in gran segreto. Dopo aver esaminato i documenti, i quaderni di Eugenia e il rapporto dello speziale, Burdina non ha più dubbi: “Questa donna è stata manipolata, drogata, e condotta alla rovina. E tutto questo è avvenuto tra queste mura.”
L’arresto
Pochi minuti dopo, il palazzo sprofonda nello sconcerto. Burdina, accompagnato da due guardie, si presenta da Lorenzo, che finge indifferenza leggendo il giornale accanto alla serra. Il marchese Alonso, allertato, arriva poco dopo. E lì, davanti a tutti, il verdetto viene pronunciato: “Signor Lorenzo, è in arresto per manipolazione mentale, coercizione e sabotaggio ai danni della signora Eugenia Squierdo.”
Reazioni e silenzi
Lorenzo tenta di ribellarsi, gridando alla follia. Le guardie lo bloccano con decisione. Leocadia, giunta sul posto, non dice nulla. Ma i suoi occhi, fissi su Curro, sembrano saperne più di quanto lascia trasparire. Lisandro, assente, diventa il prossimo obiettivo. Ora che le maschere stanno cadendo, Curro e Pia sanno che il vero pericolo è chi ancora non ha mostrato il volto.
Il fuoco sotto la cenere
Con Lorenzo fuori gioco, l’aria nel palazzo cambia. Ma la battaglia non è finita. Come sussurra Pia a Curro: “Dobbiamo colpire ancora, ma con silenzio. Uno dopo l’altro cadranno tutti.” Il mistero di Eugenia non è più solo una tragedia privata: è il centro di un complotto che potrebbe distruggere l’intero equilibrio della Promessa. E adesso, finalmente, la giustizia è in marcia.
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