La fuga di Ángela e Curro: quando amare è un atto di ribellione
Il silenzio che avvolgeva la tenuta de La Promessa venne spezzato quella notte da una decisione che avrebbe cambiato il destino di molti: Ángela e Curro decisero di fuggire, lasciandosi alle spalle un passato pieno di segreti, dolori e peccati che ancora chiedono giustizia. Ciò che all’inizio sembrava solo una proposta sussurrata nella notte da Ángela, divenne presto una necessità urgente, quando emerse una verità sconvolgente: Lorenzo, ignaro della realtà, chiese la mano di Ángela, che in realtà è sua figlia biologica.
Tutto ebbe inizio con una conversazione segreta tra Ángela e Curro, nella penombra della stanza. Lei gli propose di scappare insieme, lontano dalle minacce, lontano da Lorenzo e da una madre che la trattava come una prigioniera. In quel momento, Curro capì che fuggire non era più un atto di codardia, ma l’unica via per una vita degna.
La proposta di matrimonio fatta da Lorenzo sconvolse l’equilibrio già precario della tenuta. Leocadia, l’unica a conoscere la verità agghiacciante – che Lorenzo era il padre di Ángela – si trovò davanti a un bivio pericoloso. Aveva taciuto per più di vent’anni, ma adesso quel segreto rischiava di venire a galla. Dietro il suo volto freddo da governante si nascondeva una mente astuta e un cuore di ghiaccio. In poche ore, Leocadia mosse i suoi fili: contattò il potente marchese di Andújar, che intervenne per riabilitare pubblicamente l’onore di Ángela, cancellando ogni accusa e frantumando così i motivi dietro la scandalosa proposta di Lorenzo.
Intanto, Catalina, la marchesa ribelle, conduceva una battaglia tutta sua. Con coraggio, aumentò i salari dei braccianti, promise scuole per i loro figli e si schierò apertamente contro il barone di Valladares, simbolo del patriarcato e del potere conservatore. Catalina non era più vista solo come un’aristocratica eccentrica, ma come una minaccia concreta all’ordine stabilito.
Ma mentre l’aristocrazia tremava, anche i corridoi del personale ribollivano di tensione. Vera, sempre avvolta nel mistero, venne smascherata da López, che riconobbe nel suo fazzoletto ricamato un oggetto nobile, segno inequivocabile di un’origine diversa da quella che raccontava. La sua reazione evasiva confermò i sospetti: Vera non è chi dice di essere, e nasconde un passato che potrebbe far crollare un altro pezzo del già fragile castello di bugie.
Per Curro, la notizia della proposta di matrimonio fu la goccia che fece traboccare il vaso. Divorato dalla rabbia, affrontò Lorenzo a viso aperto nel cortile. In un’esplosione emotiva, lo accusò davanti a tutti di essere l’assassino di suo padre e l’uomo che gli aveva rovinato la vita. Il gelo calò tra i presenti. La tensione raggiunse il culmine, e divenne chiaro: non c’era più tempo. Dovevano andarsene.
Fu Pía, la governante, a trasformarsi nell’angelo custode dei due giovani. Preparò loro del cibo, creò una distrazione – un finto incendio in cucina – e li guidò verso l’unica via d’uscita sicura: le vecchie scuderie. In mezzo al caos e alle urla, Ángela corse lungo i corridoi bui, con il cuore che batteva come un tamburo di guerra.
Durante la fuga, si imbatté in López e Vera, che non tentarono di fermarla. Anzi. Le offrirono aiuto, comprensione… e silenzio. Vera, per un attimo, lasciò cadere la maschera e abbracciò Ángela con una tenerezza profonda, segno di una sofferenza condivisa. “Trova la felicità che a noi è stata negata”, le sussurrò con voce rotta. Fu un istante di sorellanza e addio, segnato da lacrime non versate.
Curro l’aspettava già con il cavallo sellato. Al vederla, il suo sguardo si illuminò. Non era felicità, ma determinazione pura. Senza parlare, le porse la mano e l’aiutò a salire in sella. Ángela tremava, non per il freddo, ma per la vertigine: stavano saltando nel vuoto, e non c’era rete di salvataggio.
Galopparono sotto la luna, in silenzio, con la paura alle spalle… e la speranza davanti. Quel che li univa non era un semplice amore: era un patto. Una promessa di vita, di non ripetere gli errori degli adulti, di non cedere al veleno del potere, ai capricci di uomini come Lorenzo, né ai silenzi colpevoli di donne come Leocadia. Ora erano solo due fuggitivi, due cuori intrecciati che sfidavano il destino.
Ma una domanda rimaneva sospesa nell’aria come la nebbia del mattino:
Potranno mai davvero lasciarsi alle spalle il peso de La Promessa?
O il passato tornerà a reclamarli, come fa sempre?
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