Il ritorno alla tenuta de La Promessa sembra iniziare sotto i migliori auspici. Manuel e Jana fanno il loro ingresso accolti dall’abbraccio emozionato di Maria, mentre l’atmosfera pare intrisa di speranza e dolcezza. Ma dietro l’apparente serenità, una tempesta si prepara a scuotere le fondamenta stesse della casa. E il suo epicentro ha un nome: Ignacio Ayala.
Nonostante la partenza di Margarita, le ombre nella tenuta non si sono dissipate, anzi, si sono fatte più lunghe e minacciose. Alonso e Cruz discutono in privato della presenza ancora opprimente del capitano Ayala. Lui continua a muoversi per i giardini come se fosse il padrone di casa, ma i suoi gesti vengono osservati attentamente. Qualcuno, nell’ombra, è deciso a metterlo con le spalle al muro.
Quel “qualcuno” ha un volto: Lorenzo, il capitano in pensione che torna con uno scopo ben preciso. E mentre Jana si confida con Maria su un sogno inquietante riguardo Martina, figura ormai diventata quasi un fantasma tra le mura della tenuta, Lorenzo comincia a stringere il cerchio attorno ad Ayala.
Il confronto tra i due uomini avviene sotto un cielo plumbeo, presagio di verità pronte a esplodere. In un dialogo carico di tensione, Lorenzo insinua con freddezza che Ayala si sia avvelenato da solo, orchestrando una trappola perfetta per incastrare Martina e allontanarla dalla madre. Le sue parole sono taglienti: “Hai rischiato la tua stessa vita per costruire una menzogna”. Ayala tenta di negare, ma il suo volto tradisce l’inquietudine.
Lorenzo continua ad affondare: la cicuta usata per simulare l’avvelenamento è stata acquistata direttamente da Ayala, senza pseudonimi. Un farmacista può testimoniarlo. La bottiglietta di veleno ritrovata nella stanza di Martina non era una prova contro di lei, ma l’elemento chiave di una messinscena vile e calcolata. E la confessione, seppur involontaria, arriva nel momento più inaspettato: sotto pressione, Ayala ammette che doveva agire per separare Margarita dalla figlia, poiché temeva di perderle entrambe.
È un momento cruciale. Lope, il giovane servitore, esce da dietro una tenda: ha annotato ogni parola della conversazione. La rete si è chiusa.
Nel frattempo, il ritorno di Margarita si rivela un colpo di scena definitivo. Bagnata dalla pioggia, ma determinata, la donna entra nella sala dove Ayala tenta ancora di manipolare la verità. Ma le sue parole sono taglienti e irrefutabili: “Hai distrutto la vita di mia figlia e la mia. Ti ho creduto, ti ho protetto, e tu hai tradito tutto ciò che amavo.”
Con il sostegno delle prove raccolte da Lorenzo e le testimonianze dei servitori, Ayala non ha più scampo. Anche il giudice, che inizialmente aveva creduto alla sua versione, è costretto a ricredersi. Tutti gli indizi portano a una sola verità: Ayala ha simulato il suo avvelenamento per screditare Martina e liberarsi di lei.
Poco dopo, Ayala viene scortato fuori dalla tenuta. Il suo sguardo rabbioso incrocia quello di Margarita, ora finalmente consapevole dell’inganno e libera dal senso di colpa. Jana e Maria, osservando la scena, comprendono che nulla sarà più come prima.
Ma non è tutto. In una clinica isolata, Martina, ancora rinchiusa, riceve un telegramma firmato da Margarita: “Resisti, figlia mia. Sto tornando.” È il primo sorriso che la giovane riesce a mostrare dopo mesi di solitudine e dolore. E poco dopo, Margarita si presenta davvero alla clinica, accompagnata da un dottore fidato, pronta a portare via sua figlia e a ricostruire ciò che Ayala aveva distrutto.
Il cielo si apre, la pioggia si placa. Ma nella tenuta resta un’ultima inquietudine. Una figura osserva da lontano gli abbracci ritrovati. Perché se Ayala è caduto, potrebbero esserci altri burattinai nascosti nell’ombra.
Alla Promessa, ogni segreto ha un prezzo. E la giustizia, anche quando tarda, finisce sempre per arrivare.