Preparatevi a un episodio de La Promesa che vi terrà col fiato sospeso! La grande cerimonia del battesimo sta per trasformarsi in un vero e proprio incubo, mentre la tragedia colpisce ancora una volta la tenuta dei Luján.
La mattina inizia con una quiete inquietante. Eugenia è introvabile, assente sia dalla messa mattutina che dalla colazione. La sua assenza, solitamente liquidata come uno dei suoi “attacchi di nervi,” ora suona come una premonizione agghiacciante. Pía, la governante stoica, cerca di mantenere una facciata di calma, ma persino la sua compostezza granitica si incrina sotto la tensione palpabile. Simona, la cuoca, non si trattiene, dichiarando che i “fantasmi” di questa casa hanno smesso da tempo di nascondersi e che l’assenza di Eugenia al battesimo del nipote significa solo una cosa: l’abisso l’ha finalmente reclamata. Anche Candela e Lópe raccontano incontri inquietanti con Eugenia il giorno prima, descrivendola mentre canta una ninnananna lamentosa al piccolo Andrés e sussurra parole sinistre su di lui che “volerà in alto dove nessuno potrà fargli del male.”
Il terrore si intensifica quando Jana, che conosce intimamente la mente tormentata di Eugenia, scopre la stanza di Eugenia vuota, il letto intatto, e una rosa bianca appassita sul comodino, permeata dall’odore acre della vecchia polvere da sparo e dal dolce fetore della paura. La parola “polvere da sparo” rimane sospesa nell’aria, un’eco sinistra di passate tragedie che La Promesa ha disperatamente cercato di seppellire.
Proprio mentre i servi affrontano questa orribile consapevolezza, Don Ricardo Pellicer, il Marchese di Aguinaga, irrompe, la sua abituale jovialità rimpiazzata da un terrore frenetico. Eugenia è scomparsa, e per peggiorare le cose, manca anche la pistola del defunto capitano. La rivelazione colpisce come una granata. Eugenia, fragile e imprevedibile, ora armata, è un pensiero terrificante. Simona teme il peggio, chiedendosi se Eugenia intenda fare del male a sé stessa o ad altri. Don Ricardo, al limite della sopportazione, rivela che Don Alonso ha già chiamato la Guardia Civile per perlustrare ogni angolo della tenuta. La tragedia privata dei Luján sta per diventare uno scandalo pubblico.
Un Battesimo Tinto di Sangue
A chilometri di distanza, nella remota chiesa di San Miguel, dove il battesimo di Andrés avrebbe dovuto essere un’occasione gioiosa, si dispiega un diverso tipo di orrore. Uno sparo brutale squarcia la quiete, e Adriano Arcos, l’amore di Catalina Luján e la sua speranza per un futuro oltre gli intrighi de La Promesa, crolla sul freddo pavimento della chiesa, colpito alla schiena. Una macchia rossa vivida fiorisce sulla sua camicia bianca, uno specchio orribile della passata sofferenza di Jana. Catalina, paralizzata dallo shock e dal dolore, lo culla, le sue suppliche affinché rimanga in vita echeggiano attraverso le antiche mura di pietra. I pochi ospiti sbalorditi e il parroco sopraffatto osservano con orrore mentre la celebrazione si trasforma in un incubo tangibile.
Lorenzo de la Mata, sempre opportunista e calcolatore, si muove nel caos con un distacco agghiacciante. Tenta di imporre l’ordine e, con tempismo sospetto, afferma che la pistola del capitano era ancora ben chiusa nel suo studio la notte precedente. Questa bugia calcolata, intesa a deviare i sospetti da Eugenia, non fa che approfondire il mistero e la paura. Se Eugenia non aveva la pistola, allora chi ha sparato ad Adriano? E Lorenzo stava mentendo, o c’era un’altra arma in gioco?
Eugenia sull’Orlo del Baratro
Proprio mentre le domande si rincorrono, un urlo lacerante da lontano squarcia la confusione. È Emilia, una cameriera terrorizzata, che ha cercato Eugenia. Il suo viso è contratto in un terrore assoluto, i suoi occhi, due piatti spalancati, fissi sulla sagoma scura e minacciosa della torre medievale del castello dei marchesi di Cabrera. “È lì, Doña Eugenia, e ha il bambino, il piccolo Andrés, lo tiene in braccio, proprio sul bordo!”
L’orrore raggiunge una nuova e inimmaginabile dimensione. Eugenia, la torre, il bambino. L’immagine è troppo brutalmente inconcepibile per essere compresa. La pistola, che fosse quella del capitano o un’altra, diventa un dettaglio quasi insignificante di fronte alla visione di Eugenia, impazzita dalla disperazione, che tiene il nipote precariamente sull’abisso. La vita del piccolo Andrés pende da un filo fragile come la sanità mentale della nonna, sospesa tra cielo e inferno. Il vento ulula intorno alla torre, un coro lugubre di anime perdute.
Confessioni e Accordi Spietati
Nel frattempo, all’interno de La Promesa, si svolgono altri drammi. Martina Luján, sconsolata e sola, cerca di raggiungere il suo fidanzato, Jacobo, che ha preferito i suoi “affari importanti” nella capitale a lei e al battesimo di famiglia. Quando finalmente risponde, Jacobo, per una volta, esprime un sincero rimorso per il suo egoismo e per aver ignorato i precedenti avvertimenti di Martina riguardo a Eugenia. Tuttavia, le sue scuse sono vane sullo sfondo della catastrofe in corso. Martina, sentendo un orrore più profondo e pervasivo che si sta abbattendo su La Promesa, riattacca, rendendosi conto che Jacobo non può assolutamente comprendere la profondità dell’abisso che si sta aprendo sotto i loro piedi.
Tornata nel salone principale, una Catalina sconvolta dal dolore, il suo vestito un tempo azzurro cielo ora macchiato dal sangue di Adriano, fissa i suoi occhi selvaggi e arrossati su Curro de la Mata, suo fratello, che è appena arrivato, sconvolto dalla notizia della sparatoria di Adriano e di Eugenia sulla torre con Andrés. Catalina, consumata dalla rabbia e dal dolore, scatena un torrente di accuse, incolpando Curro per la pazzia di Eugenia e per non aver impedito questa doppia tragedia. Condanna la sua inazione, la sua codardia, e giura odio eterno, promettendo di rendergli la vita un inferno se dovesse accadere qualcosa ad Adriano o Andrés. Curro, schiacciato dal peso della sua colpa e dalla furia bruta della sorella, fugge dalla stanza, il cuore che gli martella in gola, i piedi che lo conducono istintivamente verso il sentiero insidioso che sale verso la torre. Deve raggiungerli, deve impedire la catastrofe finale.
Con una svolta fredda e calcolatrice, Rómulo convoca Petra Arcos, la cameriera personale della Marchesa e pettegola residente. Petra entra con la sua solita aria di arrogante sufficienza, aspettandosi di essere arruolata in qualche nuovo piano. Tuttavia, Rómulo, il viso cupo, le dà la notizia devastante: Doña Cruz ha deciso di licenziare Petra. Petra rimane senza parole, poi esplode in un misto di incredulità e rabbia impotente, ricordando a Rómulo i suoi vent’anni di “lealtà canina” e la sua conoscenza dei più profondi segreti della Marchesa. Rómulo, impassibile, le ordina semplicemente di raccogliere i suoi effetti personali e lasciare La Promesa prima del calar della notte.
Nello stesso momento, nella quiete solitaria della biblioteca, Leocadia, la vedova astuta e spietata del Capitano de la Mata, si avvicina a Manuel Luján. Lo trova intento a contemplare la rovina del suo ambizioso progetto aeronautico, la sua unica speranza di fuga. Leocadia, con i suoi sussurri seducenti e la sua grazia felina, gli offre un’ancora di salvezza: finanzierà interamente il suo sogno. Ma Manuel, abbastanza astuto da sapere che la sua generosità ha sempre un prezzo, chiede di conoscere le sue condizioni. Leocadia, con un sorriso predatorio, conferma che c’è una condizione. Non gli chiederà nulla che attenti al suo onore direttamente, ma gli chiederà qualcosa di “straordinariamente prezioso,” qualcosa che solo Manuel, con il suo nome, la sua posizione e il suo fascino, può procurarle. Non rivela la natura esatta della sua richiesta, ma l’intensità del suo sguardo e il modo in cui assapora la parola “favore” lasciano a Manuel un sapore amaro in bocca. Sa che sta stringendo un patto con il diavolo, un accordo che potrebbe dargli le ali che tanto desidera ma che potrebbe anche costargli la sua anima.
Mentre il sole inizia la sua lenta discesa, dipingendo il cielo con rossi sanguigni e viola lividi, La Promesa è consumata dal caos. Adriano si aggrappa alla vita, Eugenia si trova sull’orlo della pazzia con Andrés tra le braccia, Curro corre contro il tempo, Catalina è consumata dal dolore e dalla rabbia, Petra affronta un futuro desolante e umiliante, e Manuel si confronta con un’offerta avvelenata. Nessuno uscirà indenne da questo capitolo.
Riuscirà Curro a raggiungere la torre in tempo per salvare Andrés ed Eugenia? Adriano sopravviverà alla ferita da arma da fuoco? E cosa è disposta a ottenere Leocadia da Manuel per il suo controllo? La tragedia ha colpito di nuovo La Promesa, e il futuro è incerto per tutti all’interno delle sue mura.