La settimana a La Promesa si apre sotto un cielo carico di presagi oscuri. Fin dal primo momento, l’atmosfera nel palazzo si fa opprimente, come se la tragedia respirasse accanto a ogni personaggio. Non è una settimana qualunque: è un punto di rottura, l’inizio di una trasformazione devastante, in cui la luce riesce a filtrare a stento tra le crepe del dolore.

Il lunedì arriva con un’energia cupa, segnata dalla presenza invisibile ma opprimente di Jana. Anche se non c’è più, la sua assenza riempie ogni spazio. Ogni corridoio sembra sussurrare il suo nome, e il suo ricordo pesa come una maledizione. Pía Adarre, segnata dall’esperienza e temprata dalle perdite, assume la missione di scoprire la verità sulla sua morte. Sa, senza ombra di dubbio, che il cianuro che l’ha uccisa non proviene da La Promesa. Intuisce un male esterno, una minaccia infiltrata che ha avvelenato il cuore stesso della tenuta. E non si fermerà finché non sarà arrivata in fondo, anche a costo di strisciare nei meandri più oscuri della casa.

Nel frattempo, Curro, distrutto dal rimorso, crolla lentamente. È stato lui, ingannato, a consegnare il veleno a sua sorella credendo fosse qualcos’altro. Ora, vive consumato dalla colpa, trasformato in un’ombra del giovane che era. Pía, che conosce bene il dolore, lo guarda con compassione. Se lui non riesce ad andare avanti, sarà lei a farlo. Per Jana. Per giustizia. Per redenzione.

Ma l’ombra del veleno non si ferma lì. Leocadia, sempre manipolatrice, trova nella fragile Eugenia un bersaglio facile. Con sinistra maestria, comincia a instillare nella sua mente idee velenose: Catalina è una minaccia, una rivale per l’affetto dei piccoli Gabriel e Andrés. Così, pianta in Eugenia un seme di sfiducia che presto sboccia in paranoia. Catalina, ai suoi occhi, non è più una cognata, ma una nemica. Leocadia è riuscita ad accendere una scintilla che rischia di trasformarsi in incendio.

In questo contesto così delicato, Catalina e Pía diventano pilastri della resistenza. Le unisce un legame silenzioso, una comprensione reciproca forgiata nell’avversità. Entrambe sanno che non possono permettere che Emilia, l’infermiera, lasci il palazzo. Eugenia ha più che mai bisogno di lei. Ma convincerla a restare non sarà semplice: dovranno agire con cautela, senza destare sospetti, soprattutto da parte di Cruz, sempre vigile e diffidente. Così, tra sguardi e parole misurate, pianificano una mossa che potrebbe cambiare il corso degli eventi.

Allo stesso tempo, anche la fede vacilla dentro La Promesa. María Fernández, devota incrollabile, è scossa dalla notizia della scomunica di padre Samuel. Per lei, il legame con il sacerdote era un’àncora spirituale, e ora, sentirla spezzarsi la spinge sull’orlo della disperazione. Con una furia quasi mistica, cerca dei colpevoli e punta il dito contro Petra. La accusa di tradimento, di aver avvelenato il vescovo con menzogne. La accusa di essere il serpente che ha cacciato il suo pastore dal paradiso.

L’atmosfera nel palazzo diventa irrespirabile. Tutti camminano con cautela, come se ogni passo potesse scatenare una tragedia ancor più grande. Nessuno è al sicuro dalla tensione. Le lealtà vacillano, le certezze si dissolvono, e ogni angolo sembra nascondere un segreto pronto a esplodere.

La settimana avanza con la sensazione che nulla tornerà più com’era prima. Ciò che prima era routine diventa minaccia, ciò che sembrava sicuro si rivela fragile. E sebbene alcuni lottino per mantenere lucidità e giustizia, il peso del dolore e dell’intrigo rischia di trascinarli tutti nel baratro.

La Promesa affronta una tempesta senza tregua. Il veleno, in senso letterale e simbolico, scorre nelle sue vene. I tradimenti, le colpe e gli inganni crescono come un’edera oscura che avvolge tutto. E mentre la verità cerca di farsi strada, ogni personaggio dovrà decidere da che parte stare, cosa è disposto a perdere… e cosa è pronto a rischiare per salvare almeno una parte di ciò che è andato perduto.

Perché dopo questa settimana, nulla sarà più come prima.