Curro è diventato uno dei personaggi più discussi di recente, e con buone ragioni. Il suo declino è stato drammatico: da giovane con un futuro assicurato a semplice lacchè nella sua stessa casa. Molti fan considerano questa svolta narrativa illogica, ma è fondamentale comprendere che si tratta di una decisione volontaria del personaggio, motivata dal suo desiderio di scoprire la verità sull’omicidio della sorella Jana.

All’interno della finzione, Curro avrebbe potuto intraprendere altre strade, un’opzione che sorprende persino i suoi nuovi compagni di servitù. Pía gli fa notare che esistono alternative più dignitose rispetto a diventare un domestico, ma lui sceglie di restare a La Promesa perché la vendetta e la giustizia pesano più di ogni altra considerazione. Stranamente, la prima persona che Curro esclude dai sospettati è proprio Leocadia, che invece per molti resta la principale indiziata.

La storia di Curro è un vero scandalo. La verità sulle sue origini è venuta alla luce grazie ad alcuni articoli di giornale forniti da Leocadia: non è figlio dei conti de La Mata, ma il frutto di una relazione illegittima tra una cameriera e il marito di sua “zia”. Come se non bastasse, sua madre biologica è stata assassinata affinché il bambino potesse essere affidato alla donna sterile che lo ha cresciuto come suo. La portata dello scandalo è tale che persino la Casa Reale lo ha ripudiato, privandolo del titolo e del nome.

Sebbene ci siano dubbi sull’autenticità di questa decisione reale, il clamore mediatico rende comprensibile la reazione della corte. Onore e lignaggio sono pilastri fondamentali della società dell’epoca, e Curro è diventato una figura macchiata. Tuttavia, la serie ci ricorda anche la profonda ipocrisia di questo mondo: lo stesso re Alfonso XIII ebbe figli illegittimi, il che rende il ripudio di Curro più una manovra politica che una reale indignazione morale.

Se Curro non fosse ossessionato dalla verità su Jana, il suo destino sarebbe stato molto diverso. Nonostante la perdita del titolo, rimane un giovane istruito, con conoscenze in storia, lingue ed equitazione. Avrebbe potuto lavorare come precettore per una famiglia nobile, segretario per una casa borghese o persino rientrare nell’esercito, dove la sua esperienza nella Prima Guerra Mondiale gli avrebbe aperto nuove porte. Un’altra possibilità sarebbe stata l’amministrazione, la traduzione o il giornalismo, cercando una vita lontano dagli scandali.

Avrebbe persino potuto scegliere il ritiro in un ordine religioso, allontanandosi dalla società che lo ha ripudiato. Tuttavia, nella serie, il suo percorso lo porta verso la servitù, una condizione umiliante ma che gli consente di restare a La Promesa per continuare le sue indagini. Con il passare del tempo, lo vedremo affrontare questa nuova realtà, ingoiando il suo orgoglio e convivendo con coloro che un tempo lo ossequiavano con riverenza.

Il destino di Curro rimane incerto, ma la sua storia ci insegna che, anche dopo la caduta più rovinosa, c’è sempre un modo per rialzarsi.