L’episodio si apre con un’atmosfera densa di tensione, dove le ombre del passato e i pericoli del presente si intrecciano. Somroo, convinta di essere al sicuro, si ritrova invece intrappolata in una trappola mortale. Gurkan, con sguardo gelido, le rivela che la sua gentilezza era solo una maschera: non era lì per aiutarla, ma per compiere un piano di violenza premeditato. La sua dichiarazione d’amore è solo il preludio a un tentativo brutale di aggressione, mentre le suppliche disperate di Somroo rimbalzano contro il muro della sua crudeltà.

In preda al panico, Somroo tenta di scappare verso la porta, ma Gurkan la chiude a chiave. Nella corsa verso la cucina, afferra un coltello per difendersi. Lo scontro è concitato, finché Gurkan cade a terra, privo di sensi. Tremante, con il telefono in mano, Somroo resta immobilizzata, combattuta tra la paura di chiamare la polizia e l’istinto di fuggire.

Altrove, Nu parla con Tassin, convinto che Somroo si farà viva. E infatti, in preda all’ansia, Somroo decide di contattare proprio lui. La sua voce è rotta: ha bisogno di aiuto immediato e non vuole che Noah venga a sapere la verità. Tassin corre da lei. Quando arriva, trova Gurkan a terra, ferito, e Somroo in lacrime che giura di non averlo ucciso. Ma Tassin la dissuade dall’andare alla polizia: sarebbe un’occasione d’oro per Samad Sanselan di distruggerla, indipendentemente dalla sua innocenza.

La tensione cresce quando alla porta si presenta Noah. I sospetti di una relazione tra Somroo e Tassin lo pungolano, ma la verità si svela solo quando vede il corpo di Gurkan. Somroo racconta tutto, e Noah, pur scioccato, decide di proteggerla. Insieme a Tassin, organizzano di sbarazzarsi del cadavere. Durante il trasporto, un incontro imprevisto con un passante li costringe a inventare una scusa, mantenendo la loro missione segreta.

Nel frattempo, Cian affronta Sevilai su questioni personali, mentre in prigione Malek giura di non lasciare mai il figlio nelle mani del padre. La rete di drammi familiari si infittisce.

Alla fine, Noah e Tassin riescono a seppellire Gurkan. Noah pronuncia parole decisive: il crimine di Somroo è anche una sua responsabilità, e resterà al suo fianco. Nonostante il rifiuto iniziale di ospitarla, Tassin insiste: lasciarla sola significherebbe condannarla alla follia. Alla fine, Somroo accetta di trasferirsi con loro.

Ma il vero colpo di scena arriva all’alba. Somroo, incapace di dormire, confessa a Tassin un segreto mai detto: quando era giovane, fu aggredita da Kalil, il padre di Noah e Malek. Non era una madre che aveva scelto di abbandonare i figli; era una vittima, intrappolata in un destino imposto. Noah, ascoltando di nascosto, resta sconvolto. Per la prima volta comprende il dolore che sua madre ha portato nel cuore per anni.

La scena si riempie di emozione quando Noah, con le lacrime agli occhi, si avvicina e la chiama “mamma”. L’abbraccio che segue è liberatorio: un perdono atteso da una vita. Noah le sussurra che, se avesse saputo la verità, non avrebbe mai più considerato Kalil un padre.

Il giorno della liberazione di Malek arriva. Il suo ritorno è un momento di pura gioia: abbraccia Noah, promettendo di non separarsi mai più, e stringe la madre con affetto. La famiglia appare finalmente riunita. Ma c’è chi, nell’ombra, soffre in silenzio: Yan, distrutto dall’idea che la donna che ama stia per diventare madre del figlio di un altro.

L’episodio si chiude con un pranzo di famiglia, preparato da Somroo con le proprie mani. Risate, ricordi e il calore che non avevano mai conosciuto prima riempiono la stanza. Tassin chiede a Somroo di chiamarlo per nome, un segno che ormai non ci sono più barriere tra loro. Per un momento, il passato sembra sepolto e la pace possibile.

Ma le ultime inquadrature ci lasciano con un dubbio: il segreto del crimine resterà nascosto per sempre? E il dolore di Yan troverà mai una via d’uscita? La risposta, come sempre, è rinviata ai prossimi episodi di La notte nel cuore.