La notte a Istanbul scivola lenta, avvolta da un silenzio che inganna. Le strade bagnate di pioggia riflettono i lampioni come specchi deformati, e la voce narrante del trailer della nuova puntata di La notte nel cuore risuona come un presagio: “Quando pensi di aver toccato il fondo, il destino trova sempre il modo di trascinarti ancora più giù nell’oscurità”. È così che prende forma il dramma di Sumru, la protagonista tormentata da un passato che non smette di ferirla e da un presente che sembra stringerla in una morsa senza via di fuga.
Sumru porta dentro di sé cicatrici invisibili, frutto di un matrimonio finito nel dolore e della crudeltà dell’uomo che avrebbe dovuto proteggerla: Samet. Lui non solo l’ha abbandonata, ma l’ha anche condannata a vivere nell’ombra, facendola sentire un peso, un’estranea nella sua stessa vita. Accanto a lei, fragile e insieme coraggiosa, c’è sua figlia Niayet, con lo sguardo pieno di paura ma anche di speranza, e con una piccola valigia che sembra incapace di contenere i sogni infranti di una bambina troppo cresciuta in fretta.
Il trailer ci trascina subito nella disperazione della donna: corridoi bui, porte sbattute in faccia, alberghi che la rifiutano, volti che la ignorano. Tutto intorno a lei sembra negarle un rifugio. Ma proprio quando la solitudine sembra avere la meglio, una porta si apre: quella di Enise, una donna generosa che le offre riparo e un tetto sotto cui respirare. “Qui sei al sicuro”, le dice con un sorriso che sembra una carezza.
Ed è in questo fragile equilibrio che entra in scena Gurkan. L’uomo, proprietario di un negozio di tappeti colorati e profumati d’oriente, si mostra fin da subito gentile. “Ti darò un lavoro, avrai un nuovo inizio”, promette. Sumru, grata e illusa, crede di aver trovato finalmente un alleato, qualcuno disposto a tenderle una mano senza secondi fini. Le prime immagini la mostrano di nuovo sorridente, intenta a servire i clienti e a camminare a testa alta. Ma dietro gli sguardi rassicuranti di Gurkan si nasconde un’ossessione che lentamente si fa strada.
All’inizio sono solo dettagli quasi impercettibili: un complimento fuori luogo, un invito insistente, uno sguardo che indugia troppo a lungo. Poi la tensione cresce: messaggi notturni, attenzioni indesiderate, silenzi carichi di pressione. Sumru cerca di mantenere i confini, di ribadire il rispetto che pretende, ma Gurkan non accetta il rifiuto. La sua gentilezza si trasforma in una catena invisibile che stringe sempre più forte.
La situazione precipita durante una cena. Invitato con l’inganno, Gurkan si lascia andare a dichiarazioni che svelano la sua vera natura. “Ti ho assunta perché ti desidero”, le dice con tono minaccioso. Sumru tenta di cacciarlo, ma l’uomo insiste, ride, la provoca. Le mani si allungano, il polso della donna viene stretto con forza. Enise prova a intervenire, ma Gurkan non ascolta. “Non era una domanda”, ribatte, lasciando nell’aria un gelo che annuncia la catastrofe.
Da quel momento la vita di Sumru diventa un incubo senza tregua. Gurkan inizia a perseguitarla, bussando alla sua porta, costringendola a convivere con la paura. Una sera, rimasta sola in casa con la figlia, la donna si trova di fronte al peggiore dei presagi: colpi violenti alla porta, la voce di Gurkan che la chiama. “Apri, non fare scenate. Sono qui per scusarmi.” Ma la maschera è ormai caduta. Le minacce si mescolano alle suppliche, e Sumru sente che la fragile barriera della serratura non reggerà a lungo.
Quando l’uomo riesce a forzare l’ingresso, l’incubo diventa realtà. Gurkan entra con passo deciso, gli occhi accesi da un desiderio feroce. “Non puoi più evitarmi. Lo sai che ti voglio.” Sumru lo affronta, tremante ma determinata, chiedendogli di uscire. Ma Gurkan ride, accusandola di ingratitudine. La donna tenta di correre verso la camera della figlia, ma lui la blocca con violenza. È in quel momento che l’istinto prende il sopravvento: Sumru afferra un coltello dal piano della cucina e lo punta contro di lui. “Vai via, ti supplico”, grida. Gurkan la sfida: “Non lo userai mai”. Poi si avventa su di lei.
La lotta è rapida e confusa, fatta di rumori spezzati, di mobili che cadono, di fiati che si mescolano. In un attimo, l’arma affonda. Silenzio. Gurkan cade a terra, il sangue che scivola lentamente sul tappeto colorato. Sumru resta immobile, il coltello tra le mani, paralizzata dall’orrore. “Dio mio, cosa ho fatto?” sussurra, mentre le lacrime le rigano il volto. Niayet, attirata dal trambusto, apre la porta della sua stanza. “Mamma!” urla. Ma la donna la respinge: “Chiuditi dentro!”.
Il trailer si fa cupo, le immagini indugiano sul corpo di Gurkan immobile, mentre la musica diventa un ronzio assordante. Sumru prende il telefono, disperata. “Tahsin, ti prego, vieni subito. È successa una cosa terribile.” L’uomo accorre, trova la donna distrutta e il corpo senza vita dell’aggressore. “Ha tentato di abusare di me! Non avevo scelta!” grida Sumru, ma Tahsin la blocca: “Se ti costituisci, Samet userà tutto contro di te. Ti distruggeranno.”
Da qui il racconto prende una piega ancora più cupa. Sumru si dibatte tra il desiderio di dire la verità e la paura di perdere sua figlia. Tahsin si mostra come un salvatore, ma le sue parole hanno il peso di una catena: “Se crolli tu, crollo anch’io. Ora siamo legati per sempre.” Il suo aiuto appare ambiguo, più simile a un ricatto che a una protezione.
Intanto, le indagini sulla scomparsa di Gurkan si intensificano. I vicini raccontano di averlo visto spesso a casa di Sumru, con bottiglie di vino e regali. La polizia inizia a sospettare di lei, mentre Samet riappare nell’ombra, pronto a distruggerla con il suo ghigno velenoso. Persino Niayet, pur senza conoscere la verità, percepisce che un segreto terribile ha segnato per sempre la vita della madre.
Le ultime sequenze del trailer sono un vortice di tensione: agenti che bussano alla porta, Sumru che si guarda allo specchio sussurrando “Non sono un’assassina”, Tahsin che la stringe con forza ripetendo “Devi fidarti di me”, e Samet che la osserva da lontano sicuro che il destino la travolgerà.
La voce narrante conclude con una frase che cala come una condanna: “Quando l’oscurità entra nel cuore, ogni scelta diventa una condanna. Per Sumru la notte non è mai finita. È appena iniziata.”