Bahar è una donna che non conosce la resa. Nonostante il peso delle ingiustizie e le ferite del passato, il suo obiettivo è chiaro: dimostrare l’innocenza di Ceida e Yelit, ingiustamente rinchiuse tra quelle mura fredde di prigione. Non si tratta solo di amicizia, ma di un debito morale. Loro hanno difeso Bahar da Sirin, e ora lei è pronta a fare qualsiasi cosa per restituire il favore.
Setacciando vecchi ricordi e indizi dimenticati, Bahar trova prove che svelano il lato più oscuro di Sirin: crimini taciuti, bugie, manipolazioni. La maschera di perfezione della donna comincia a sgretolarsi, lasciando intravedere il volto di una predatrice. Poi, un’informazione anonima arriva come un fulmine: un dettaglio sepolto che, se rivelato, potrebbe distruggere per sempre la sua reputazione. Bahar sa che quello è il colpo che può mettere fine al regno di Sirin.
Ma il tempo scorre. Ceida e Yelit rischiano di marcire in cella e Bahar corre da Enver, con gli occhi lucidi e il fiato corto. Enver, affranto, ammette di non avere il potere di cambiare le cose. Ma Bahar non accetta scuse: l’uomo può ancora parlare con Sirin, convincerla a ritirare la denuncia. Alla fine, Enver cede e la accompagna in commissariato.
Lì, trovano Sirin seduta davanti all’ispettore, intenta a dipingersi come vittima: sostiene che Ceida e Yelit abbiano tentato di ucciderla. Enver le chiede un colloquio privato e, fuori, il silenzio è pesante. Ma prima che possa parlare, Bahar appare. Sirin capisce subito la trappola e si infuria. Enver, invece, la incalza: deve ritirare la denuncia, non può condannare due innocenti. Ma Sirin, glaciale, rifiuta. Bahar la guarda negli occhi e giura che un giorno pagherà per tutto.
Colma di rancore, Sirin lascia il commissariato, ma qualcosa la blocca: una figura familiare appare davanti a lei. È Sarp. Vivo. Per un istante il mondo si ferma. Sconvolta, lo chiama per nome, ma lui non risponde. Lei lo segue, sale in macchina con lui, cercando di toccarlo. Sarp reagisce con rabbia, ordinandole di non sfiorarlo mai più.
Il viaggio li porta in un cimitero. Davanti a alcune lapidi, Sarp le punta il dito contro: la sua vita è andata in frantumi a causa sua. Le mostra i nomi di sua sorella e dei suoi nipoti incisi nella pietra. Sirin nega, ma il panico la tradisce. Fuggendo, lascia Sarp immerso nel dolore e nella collera.
A casa, Sirin è sconvolta. Poi riceve una busta anonima: dentro, un biglietto e una chiavetta USB. Il messaggio è chiaro: dimentica quello che è accaduto. Quando vede il video, il terrore le stringe la gola: un segreto dal passato che potrebbe rovinarla. Getta via tutto, ma Bahar, poco dopo, trova la lettera e la chiavetta nella spazzatura.
Con l’aiuto di Arif, Bahar guarda il video. Le immagini sono prove schiaccianti contro Sirin. Decisa a colpire, la chiama: o ritira la denuncia o consegnerà tutto alla polizia. Sirin, senza via d’uscita, accetta. Ma quando si presenta in commissariato per ritirare la denuncia, trova ad attenderla la sua rovina: Bahar ha già consegnato tutto alle autorità. Sirin viene arrestata davanti a tutti, mentre Ceida e Yelit riacquistano la libertà.
La notizia dell’arresto raggiunge Sarp il mattino seguente. Leggendo il titolo sul giornale, il cuore gli batte forte. Sa che è il momento di agire. Approfittando di un momento di distrazione in casa, esce di soppiatto, guida fino al quartiere di Atice e… la vede. Bahar. Viva. Con Nisan e Doruk. Le gambe gli tremano, il respiro si blocca.
Ma la gioia è breve: un’auto nera si ferma, e Suat scende armato, puntandogli la pistola. Lo costringe a salire in macchina, minacciando di sparare a Bahar e ai bambini. Sarp è costretto a obbedire, ma la rabbia lo divora. Lungo la strada, accusa Suat di avergli rubato quattro anni di vita con la sua famiglia. Suat resta impassibile, finché Sarp, in un tratto isolato, apre la portiera e si lancia fuori.
Dolorante ma determinato, corre fino a casa di Atice. Bussa con forza e, quando la porta si apre, Bahar è lì. Gli occhi di entrambi si spalancano. Le borse cadono dalle mani di lei. Restano fermi, in silenzio, intrappolati in un istante che sembra eterno. Sarp è vivo. Bahar è davanti a lui. E il mondo, per un secondo, smette di girare.