I loro registi sono stati costretti a prendere una decisione difficile che riguarda María Castro | La Promessa

La consueta tranquillità nel mondo de La Promessa, una delle fiction più seguite del pomeriggio su Rai 1, è stata scossa violentemente questa settimana. I responsabili della serie si sono visti obbligati a prendere una decisione complessa che influisce direttamente su María Castro, l’attrice che interpreta Pía, oltre che su tutto il gruppo artistico. La causa principale è un nuovo, imminente cambiamento di orario imposto dalla rete pubblica, che ha stravolto la routine di migliaia di spettatori fedeli.

Da tempo, la fascia pomeridiana di Rai 1 si è trasformata in un vero e proprio puzzle per i programmatori. L’arrivo del nuovo programma La famiglia della TV proprio nell’orario in cui tradizionalmente andava in onda La Promessa ha rimescolato le carte. Chi fino a quel momento vedeva con continuità la propria dose quotidiana di intrighi in costume si è trovato a dover subire modifiche incessanti. Tuttavia, l’ultimo aggiustamento è risultato particolarmente controverso: Rai ha deciso di posticipare la messa in onda di ciascun episodio de La Promessa di venti minuti rispetto al consueto orario, spostandone la partenza alle 18:20.

Questa variazione, in apparenza minima, ha scatenato un rifiuto massiccio da parte del pubblico. Nel giro di poche ore, i social network si sono riempiti di messaggi di indignazione e frustrazione: “Che pasticcio! Mi sa che mi tocca guardare in streaming su RaiPlay, non sopporto più questi cambi di palinsesto”, tuonavano molti utenti. Altri commentavano a voce alta: “È un affronto a chi segue la storia fin dal primo giorno. Perché non rispettano il lavoro di tutto il cast e il tempo dei telespettatori?”.

Questo spostamento non rappresenta l’unica variazione subita da La Promessa nelle ultime settimane. Già in periodi precedenti la serie era stata riposizionata diverse volte per far spazio ad altri contenuti durante quel medesimo lasso orario. Quel continuo andare e venire aveva scatenato confusione tra gli spettatori: “Un giorno la vedo alle 17:00, il giorno dopo alle 17:10 e poi alle 17:20… Non riesco a organizzare più nessun piano o la mia merenda di famiglia. È un insulto”, si lamentava uno spettatore ancor oggi, in un forum dedicato ai fan.

Che cosa ha motivato questo nuovo cambiamento?
La decisione è arrivata direttamente dai vertici di Rai, che miravano a potenziare gli ascolti de La famiglia della TV, un programma di intrattenimento che, nelle ultime settimane, non aveva rispettato le aspettative di share. Per questo motivo, hanno scelto di allungare la fascia dedicata a questo show, aggiungendo minuti di trasmissione nella speranza di catturare un pubblico più numeroso. L’effetto immediato, ovviamente, ha penalizzato La Promessa, costretta a cedere parte del suo slot tradizionale per lasciare spazio a quella nuova finestra. Com’è facile intuire, invece di partire alle 18:00 come da programma, la fiction è stata spostata alle 18:20.

Per María Castro, una delle figure più note del cast, la comunicazione di questo orario modificato è stata una doccia fredda. Pía ha conquistato in breve tempo l’affetto e la stima del pubblico: la sua trama, scritta con cura dagli sceneggiatori, gioca un ruolo centrale nell’equilibrio narrativo della serie. Di conseguenza, qualsiasi cambiamento che ne riduca visibilità e coerenza temporale provoca un’immediata reazione negativa tra i fan. Molti si chiedono se questo slittamento forzato non finirà per indebolire la naturale evoluzione del suo personaggio: “Pía è uno dei ruoli più forti e, se la traslochi a quell’orario, come vogliono che i fan non si perdano nemmeno un fotogramma? Basta tagli e spostamenti”, tuonavano gli internauti.

La reazione del cast e della produzione
Il team dietro le quinte — attori, sceneggiatori e troupe tecnica — si è presentato alla consueta conferenza stampa settimanale con espressioni serie e preoccupate. Alcuni di loro, a titolo riservato, hanno spiegato che questo tipo di variazione non danneggia soltanto gli ascolti, ma compromette anche il loro lavoro creativo. “È frustrante preparare scene di altissimo valore artistico, sapere che, quando saranno pronte, il pubblico potrebbe non trovarsi davanti alla TV per guardarle. Una storia in costume richiede continuità: ogni ritardo smorza l’impatto emotivo di un passaggio cruciale. È un affronto al rispetto del nostro sforzo”, hanno affermato alcuni membri della produzione, parlando off the record.

L’intervento di María Castro
Per l’attrice galiziana, il comunicato è stato un colpo inaspettato. Qualche giorno prima, lei stessa aveva condiviso sui social brevi anticipazioni delle sue prossime scene, invitando i fan a non perdersi “nemmeno una battuta”. Al momento in cui ha appreso del posticipo dell’orario, non ha nascosto la propria apprensione:

“So quanto il pubblico tenga a Pía e a tutti i personaggi. Comprendo la necessità della rete di alzare gli indici di gradimento con nuove produzioni, ma è altresì vero che la fedeltà degli spettatori si costruisce rispettando orario e continuità. Oggi più che mai sento che stiamo correndo il rischio di indebolire un legame prezioso”.

Il suo messaggio, pubblicato in forma di post e circolato rapidamente su Twitter e Instagram, ha ricevuto centinaia di commenti di solidarietà: “María, grazie per la tua dedizione. Noi rimarremo in attesa ad ogni costo pur di vederti in tv”, “Non lasceremo che spostino Pía, resisteremo insieme a te” e “Sposteranno l’ora, noi ci adatteremo, ma non permettiamo che tolgano importanza al tuo ruolo”. Molti sottolineavano come, proprio grazie alla recitazione appassionata dell’attrice, la serie fosse divenuta viva e pulsante; bastava venti minuti in meno di live per destabilizzare chi aveva pianificato la propria serata attorno a quel racconto.

La “guerra degli ascolti” nello slot pomeridiano
Dietro queste riassegnazioni di slot si nasconde una battaglia serrata per la supremazia di audience tra le 18:00 e le 20:00. Programmi di varietà, telepromozioni e nuove fiction si confrontano ogni giorno in un testa a testa in cui anche una frazione di share conta. Da quando La famiglia della TV ha fatto il suo ingresso, la fascia pomeridiana si è trasformata in un campo di battaglia. Le due serie in costume che un tempo si alternavano nella programmazione pomeridiana — Valle Selvaggia e La Promessa — sono state le più sacrificate: entrambe hanno subito slittamenti, riduzioni di durata e, in certi casi, anche spostamenti di giorno per agevolare l’arrivo di programmi “jolly” pensati per intercettare un pubblico più ampio.

Per chi crea La Promessa, arrivare a questo punto, nel bel mezzo di una stagione in cui la tensione narrativa era al culmine, non è stato affatto semplice. Dietro le quinte si racconta che i produttori abbiano più volte avvertito la dirigenza di Rai dell’impatto negativo che ciò avrebbe avuto sugli spettatori affezionati. Eppure, alla fine, la rete ha scelto di privilegiare la nuova proposta di intrattenimento. Nei corridoi interni si è parlato addirittura di ridurre alcuni minuti di trama, mandare in onda puntate speciali in contemporanea su RaiPlay e ripensare la sceneggiatura in modo da far coincidere i momenti più cruciali (colpi di scena, cambi di atto) con i minuti in cui la platea è più stabile, riducendo così al minimo la possibilità che qualcuno si trovasse in ritardo e perdesse momenti chiave. Un vero rompicapo di storytelling con orologio alla mano, pensato per evitare che il pubblico restasse col fiato sospeso qualora non si trovasse davanti allo schermo alle 18:00 in punto.

I fan più affezionati: un legame da tutelare
Nei forum dedicati a La Promessa, fioccano i commenti nostalgici che ricordano l’epoca in cui seguire la serie allo stesso orario rappresentava quasi un rito: si accendeva la TV, si preparava la merenda, i bambini interrompevano i loro giochi per vedere le scene a tinte pastello… Adesso, d’un tratto, molti di quei telespettatori si sentono disorientati. “Mia madre si alza sempre alle 17:50 per vedere in diretta la puntata. Se lo spostano alle 18:20, chi mi garantisce che sarà davanti allo schermo? E poi la merenda arriverà tardi, si gelarà. È un duro colpo: quello era il nostro momento per staccare la spina”, raccontava qualche lettore su un gruppo WhatsApp dedicato al telefilm.

Non sono mancate reazioni di sfida collettiva: più di qualche fan ha annunciato di organizzarsi per seguire le puntate sempre alla stessa ora, attraverso le piattaforme streaming, sincronandosi coi commenti in diretta sui social per non perdere l’immediatezza delle reazioni. “Se non posso guardarla su Rai, so che alle 18:00 ci ritroviamo qui su Twitter, in diretta, ad applaudirci a vicenda mentre leggiamo i sottotitoli su RaiPlay. Che sia chiaro: non si scappa dal nostro appuntamento fisso!”, scrivevano con orgoglio.

Il difficile equilibrio tra audience e palinsesto
La crescente tensione ha reso evidente un fatto incontestabile: la fedeltà di un pubblico di lunga data vale più di quanto spesso le reti pensino. Quando una fiction di qualità, ben curata nella ricostruzione storica e con un cast di primo livello, viene spostata, spesso i telespettatori non reagiscono passivamente. Alcuni accettano di “recuperare lo stacco in streaming”, ma molti chiedono a gran voce spiegazioni e reclamano rispetto per il tradizionale mezzo televisivo. In particolare, gli over 50 che non hanno ancora familiarizzato con le piattaforme on demand continuano a vedere la TV lineare come l’elemento centrale del loro tempo libero.

Così, i creatori de La Promessa devono confrontarsi non soltanto con le complessità narrative tipiche di una telenovela d’ambientazione storica (intrighi, segreti familiari, passioni proibite), ma anche con una sfida del tutto diversa: mantenere la coerenza della storia quando parte significativa del pubblico è costretto a saltare da un programma all’altro. Come evitare che i colpi di scena perdano di efficacia quando alcuni fedelissimi li hanno già visti in prima visione su RaiPlay e ne hanno discusso sui social? È una questione che va oltre la semplice qualità del prodotto: è l’effetto del tempo reale, dell’era digitale in cui viviamo.

María Castro: ambasciatrice di La Promessa e vittima del cambiamento
Per María Castro, che dal primo episodio ha dimostrato totale dedizione nel personificare Pía, questa novità è stata un colpo duro da digerire. Nel corso delle settimane, la sua presenza si è rivelata fondamentale nella promozione della serie: ha partecipato a numerose interviste, eventi e conversazioni sui social network, ribadendo sempre l’importanza di dare ampia visibilità alla storia. In più occasioni, la stessa attrice ha sottolineato come un orario fisso e stabile sia la chiave per fidelizzare il pubblico:

“Quando uno spettatore sa di poter contare su di te alla stessa ora ogni giorno, si crea un legame di fiducia. Se viene meno quell’appuntamento fisso, la fedeltà del pubblico vacilla. L’ho sentito ripetere migliaia di volte dal vivo.”

Perciò, apprendere che il suo personaggio avrebbe perso visibilità a poche puntate da un momento narrativo cruciale (con la rivelazione di un segreto rimasto latente per troppo tempo) è stato per lei un vero contraccolpo. In un breve video caricato su Instagram, ha dichiarato:

“Ho speso energie e cuore per rendere Pía un personaggio speciale. Questo spostamento improvviso non penalizza soltanto il mio lavoro, ma tradisce le aspettative di chi aspettava con ansia di scoprire cosa sarebbe successo. Spero davvero si trovi un punto d’incontro che non svilisca l’atmosfera costruita con tanta cura da noi e dal pubblico.”

E i suoi colleghi sul set si sono subito schierati in suo sostegno. Attrici come Irene de Miguel (interprete di Leocadia) e attori come Álvaro de Luna (nei panni di Lorenzo) hanno pubblicato sui loro profili foto dal dietro le quinte accompagnate da messaggi che ribadivano la necessità di mantenere La Promessa in un orario stabile:

“L’arte non può fare i conti con i continui slittamenti del palinsesto. Speriamo di trovare una soluzione affinché PÍA, con María, continui a risplendere in un orario degno.”

Il domani de La Promessa e la strategia di Rai
Sul fronte di Rai, il comunicato ufficiale apparso sul sito della rete è stato piuttosto scarno:

“Rai 1 comunica che, al fine di potenziare la fascia pomeridiana, a partire da lunedì prossimo l’orario di messa in onda de ‘La Promessa’ verrà posticipato di 20 minuti. Questa scelta, concordata con i responsabili di palinsesto, risponde all’esigenza di garantire maggiore continuità a ‘La famiglia della TV’. Ringraziamo il pubblico per la comprensione e lo invitiamo a restare connesso per non perdere nessuno degli appuntamenti di entrambe le proposte.”

Un comunicato freddo e stringato, che non è bastato a placare la pressione sociale. Nel frattempo, cresce la voce che, se l’insoddisfazione degli spettatori dovesse aumentare, la rete pubblica potrebbe rivedere la propria strategia, persino tornando sui suoi passi. Si ipotizza anche che possano essere offerte repliche gratuite su RaiPlay nello slot originario, in modo da non penalizzare chi organizza le proprie attività giornaliere attorno alla puntata in diretta. Alcune proposte alternative circolate tra i fan includono:

  1. Doppia messa in onda quotidiana: trasmettere lo stesso episodio alle 18:00 e poi ancora alle 20:00, rivolgendosi sia a chi preferisce vedere la puntata in prima serata, sia a chi non riesce a sintonizzarsi prima.

  2. Allungamento della finestra gratuita di RaiPlay: consentire a chi non può seguire la messa in onda delle 18:20 di rivedere l’episodio gratuitamente entro 24 ore, così da non togliere la possibilità di visione a chi non è abituato allo streaming.

  3. Riduzione dei minuti di recap finale: produrre un riassunto dei punti salienti delle puntate precedenti, disponibile sulla piattaforma, per consentire agli spettatori di riprendere velocemente le fila della storia in pochi minuti.

Qualunque sia la decisione definitiva, resta il fatto che la reputazione de La Promessa e il benessere dei suoi protagonisti — e in particolare di María Castro — sono ora in bilico. Non si tratta più di un semplice cambio di orario in TV, bensì della custodia di un legame affettivo fra l’opera e chi la considera parte imprescindibile del proprio pomeriggio.

Conclusione
La telenovela in costume, con la sua meticolosa ricostruzione storica, il cast di alto profilo e le trame ricche di intrighi, è una delle scommesse più ambiziose che Rai abbia lanciato negli ultimi anni. Tuttavia, il successo rischia di essere compromesso se continueranno a subentrare decisioni che infrangono quella necessaria continuità. Il caso specifico di María Castro — che dà vita a Pía, un personaggio in rapido ascesa di popolarità — testimonia come queste oscillazioni colpiscano non soltanto l’audience, ma anche la passione e l’impegno di chi lavora alla fiction.

In definitiva, la pressione degli spettatori e il malcontento generale potrebbero spingere la rete a ripensare la propria linea editoriale: una televisione pubblica, votata alla soddisfazione del pubblico, non può ignorare la voce di coloro che ogni pomeriggio riempiono i propri salotti di emozioni, lacrime e speranze. Dopotutto, la fedeltà di chi rimane sintonizzato si costruisce quando viene rispettato l’appuntamento, quando si valorizza la qualità dell’arte realizzata con dedizione e quando si dimostra che la narrazione non è un freddo numero di share, bensì un filo che unisce tutte le generazioni.

Nel frattempo, gli appassionati de La Promessa attendono con fiducia che Rai accolga le rimostranze, rivaluti le proprie mosse e consenta a María Castro — e all’intero cast — di continuare a dimostrare perché la loro storia si è trasformata in un fenomeno di fedeltà senza precedenti nel pomeriggio di Rai 1. E tu, cosa ne pensi di questa battaglia fra palinsesto e pubblico? Raccontaci la tua opinione nei commenti e resta aggiornato per scoprire i prossimi sviluppi di questa intrigante fiction!

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