Il nuovo episodio di Hercai – Amore e vendetta si apre con una nota malinconica. Sucran, seduta sul suo portico, è immersa nei ricordi. I suoi occhi restano fissi sulla strada, come se aspettasse che da un momento all’altro qualcuno del passato riappaia. La donna è tormentata dalla possibilità che la figura intravista la notte precedente possa essere realmente sua figlia. Speranza o illusione?
Intanto, alla villa degli Aslanbey, l’atmosfera è tesa già dalle prime ore del mattino. Nasu, con la sua autorità paterna e voce severa, pretende spiegazioni da Azar sulla devastante malattia che sta colpendo le piantagioni. Non bastano le giustificazioni sull’uso di nuovi fertilizzanti: per Nasu, servono risultati, e subito. L’impazienza del patriarca mette a dura prova gli equilibri familiari. Cihan, testimone silenzioso della scena, abbandona la colazione in segno di disapprovazione, esasperato dalla continua pressione.
Sucran intanto è sempre più inquieta. L’idea che sua figlia possa davvero essere tornata continua a tormentarla. È realtà o soltanto uno dei tanti giochi crudeli della mente?
Altrove, Azizé è assorbita da pensieri ben più oscuri. Le parole di Aslan risuonano forti nella sua memoria: il giovane non intende più fuggire. Ha giurato vendetta contro la sua famiglia per tutte le ingiustizie subite. Nonostante la gravità di questa dichiarazione, Azizé non tenta nemmeno di dissuaderlo. Anzi, sembra quasi pronta a favorire i suoi piani, pur di portare avanti un disegno oscuro.
Nel frattempo, Sultan affronta Aslan per aver distrutto la lettera di Dilşah. Secondo lei, quella lettera avrebbe potuto incrinare il potere di Azizé su Miran. Ma Aslan ha agito con convinzione: Miran non era pronto a conoscere la verità. Sultan è furiosa: avevano un patto, e Aslan lo sta infrangendo. Perché continua a preoccuparsi per Reyyan e per Miran? La risposta è semplice: Aslan non vuole mezza vendetta, ma una resa dei conti totale.
La tensione cresce quando Sultan riceve un misterioso messaggio che la invita a recarsi alle rovine. Intanto, Miran raggiunge Reyyan in gran segreto, passando dalla terrazza di una casa vicina. Reyyan è preoccupata che qualcuno possa sorprenderli, ma Melike li copre. Miran le confida che sua nonna, per la prima volta, gli ha concesso spazio per cercare la verità. Poi nota qualcosa: un accendino con inciso il nome “Aslan Karan” nascosto sotto una sedia. È la prova definitiva che Aslan è entrato in casa loro. Furioso, Miran promette di affrontarlo.
Ma Reyyan lo ferma. È stata lei a far entrare Aslan, pensando di poter ricevere un aiuto. Nonostante la sua spiegazione, Miran non le crede: è convinto che Aslan abbia un secondo fine. Mentre Miran lotta con i suoi sospetti, Nasu e Azar raggiungono la piantagione, dove scoprono che la malattia si sta diffondendo rapidamente. Nasu, furibondo, licenzia tutti gli agronomi e decide di occuparsi personalmente della situazione. Rinfaccia al figlio di aver perso tempo a causa dei problemi con Azizé.
Cihan, invece, si incontra con Sultan e le mostra pagine del diario di Elif, in cui la ragazza accusa sua zia di non aver fatto nulla per salvare suo marito. Cosa accadrebbe se quelle parole arrivassero alle orecchie di sua figlia… o peggio ancora, ad Azizé? Cihan pretende risposte. Perché Azizé, dopo aver sparato ad Azat, ha improvvisamente parlato di pace? Sultan tenta di giustificare la matriarca, ma ammette di non conoscerne i piani. Cihan la incarica di scoprirli.
Nel frattempo, Azizé dà appuntamento ad Aslan nei campi e lo informa che è tempo di partire. Gli promette che gli presenterà sua madre e sua sorella, ma dietro quella mossa si nasconde un tentativo di tenerlo lontano. Anche Sultan viene convocata, mentre Gonul fa una scoperta sconvolgente: nel diario di Elif c’è scritto che Azizé le aveva mentito, facendole credere che dopo l’incidente non avrebbe potuto avere figli. Una bugia devastante che ha spento ogni speranza di Elif di costruire una famiglia con Azat.
Azat, ignaro di tutto, arriva all’hotel dove Gonul tenta di raccontargli la verità. Ma lui rifiuta di ascoltarla: crede che lei e Miran abbiano fatto del male a Reyyan. Ora che Reyyan ha divorziato da Miran, la vede libera di iniziare una nuova vita al suo fianco. Ma proprio mentre Miran e Reyyan si dirigono verso la casa di Aslan, la tensione esplode. Reyyan implora Miran di non fare sciocchezze, ma lui, determinato, scavalca il cancello e irrompe. Non trovando Aslan, riceve una chiamata che lo avvisa dell’arrivo del giovane.
Nel frattempo, Reyyan, amareggiata, si allontana. Miran la raggiunge in auto, ma lei si rifiuta di seguirlo finché lui continuerà a lasciarsi dominare dall’impulsività. Solo quando lui le promette di cambiare, Reyyan accetta di accompagnarlo… proprio mentre arriva Azat, che vede Miran afferrarla per un braccio. Accecato dalla gelosia e dal rancore, minaccia Miran, convinto che nessuno lo biasimerebbe se in quel momento decidesse di eliminarlo. Reyyan cerca di calmare gli animi e chiede ad Azat di portarla via.
Azat acconsente, ma lungo il tragitto la rimprovera duramente. Non riesce a capire come possa ancora fidarsi di un uomo che l’ha fatta soffrire così tanto. Alla fine, decide di portarla con sé all’incontro con Aslan.
Intanto, Azizé si presenta davvero ad Aslan, intenzionata a introdurlo alla madre e alla sorella. Vuole convincerlo a lasciare Mardin, ma Mafuz, suo alleato, osserva la scena da lontano e capisce le vere intenzioni della donna. Così manda un messaggio ad Aslan per avvertirlo. Aslan, furioso, si ribella. Non si farà manipolare. Ogni tentativo di tenerlo lontano non farà che rafforzare la sua determinazione.
Quando Aslan se ne va, Sultan e Gonul raggiungono Azizé. Gonul prende la mano della nonna e vi depone il diario di Elif. Poi, con voce ferma e carica di dolore, pronuncia una sentenza agghiacciante: «Azizé Aslanbey è l’assassina di Elif».
Il confronto tra nonna e nipote è carico di rabbia e verità taciute. Gonul svela la menzogna di Azizé a Elif sulla sua presunta sterilità, un’arma psicologica usata per spezzare la volontà della giovane. La verità è ormai emersa, e con essa, l’ira e la sete di giustizia.
E mentre Miran stringe ancora tra le dita quell’accendino con il nome di Aslan, tutto lascia presagire che lo scontro finale sia sempre più vicino…