Nell’episodio 2068 di Demain nous appartient, il dramma si tinge di tinte oscure e il confine tra verità e menzogna si dissolve, lasciando spazio a un intreccio denso di paura, sensi di colpa e segreti inconfessabili. A Sète, niente è mai come sembra: i sorrisi celano tormenti, e i silenzi raccontano più di mille parole.
Judith Delcourt, guidata dal suo istinto infallibile, percepisce che qualcosa non va nella nuova arrivata, Diane Collin. C’è qualcosa di fragile nel suo sorriso, un tremito nei suoi occhi che non sfugge alla giovane donna. Quando scopre che Diane e sua sorella Esmé vivono completamente isolate dal mondo, sotto l’autorità di un padre severo e ossessivamente protettivo, Judith sente che dietro quella facciata di normalità si nasconde qualcosa di terribile. Luc Collin, il patriarca, sembra controllare ogni aspetto della loro vita: niente telefoni, niente amici, nessuna libertà. È davvero solo un padre iperprotettivo… o un uomo pericoloso?
Mentre Judith si lascia trascinare dalla curiosità, altrove a Sète un’altra anima si consuma nel tormento. Charles Julliard, un uomo segnato da un passato inconfessabile, non riesce più a sopportare il peso delle sue colpe. Da anni vive prigioniero dei propri rimorsi, tentando invano di ricostruirsi un’esistenza dignitosa. Ma il passato non perdona, e quando decide finalmente di confessare tutto a Valentine, la sua verità esplode come una bomba.
In un momento di cruda vulnerabilità, Charles rivela di essere responsabile della morte di due persone, un infermiere e sua moglie. Un duplice omicidio, avvenuto due anni prima, che lo ha distrutto dentro. Valentine, sconvolta, resta senza parole. L’uomo che ama si rivela per quello che è: un assassino consumato dal rimorso. Il mondo le crolla addosso. Charles, con la voce spezzata, le chiede solo una cosa: “Domani, vedremo se mi amerai ancora.” Poi se ne va, lasciandola sola, paralizzata dal terrore e dal dolore.

Nel frattempo, un tocco di leggerezza sembra voler rompere la tensione. William Daunier, il dottore più serio e composto della città, si trasforma improvvisamente in una star dei social network. Tra video educativi e consigli sulla vitamina C, conquista il web con la sua spontaneità, scatenando l’imbarazzo della figlia Manon e le risate di Nordine. Persino in ospedale, i colleghi Victoire e Samuel non riescono a trattenere le risate guardando i suoi video: William, senza volerlo, è diventato “il dottore più amato del web”. Ma sotto questa parentesi comica, il pericolo continua a crescere altrove, silenzioso e minaccioso.
Judith, sempre più determinata, decide di non ignorare la sua intuizione. Parla con Kevin, che le conferma le sue paure: le sorelle Collin vivono come in un’epoca passata, senza alcun contatto con il mondo esterno. Diane ha persino falsificato la firma del padre per poter partecipare a una gita scolastica. Un gesto di ribellione, forse, ma anche un grido d’aiuto. Judith capisce che la situazione è molto più grave di quanto sembri.
Quando si rivolge a Marianne per chiedere aiuto, la dottoressa le conferma che non esiste alcuna segnalazione ufficiale sulla famiglia Collin. Nessun intervento dei servizi sociali, nessuna denuncia. Tutto è perfettamente pulito… troppo pulito. Marianne la mette in guardia: “Non puoi indagare da sola, Judith. Potresti metterti in pericolo.” Ma la giovane non ascolta. Il suo sguardo dice tutto: non ha alcuna intenzione di fermarsi.
Nel frattempo, Violette, una giovane amica di Charles, gli confida la sua decisione di smettere di fumare. Gli consegna un piccolo sacchetto d’erba, chiedendogli di disfarsene. In quell’istante, Charles vede riflessa in lei la versione innocente di se stesso, quella che ha perso per sempre. Ma quando resta solo, incapace di sopportare la tensione, cede ancora una volta: accende un joint, e la stanza si riempie di fumo e rimpianti. Ogni respiro lo soffoca un po’ di più. Le immagini del passato lo tormentano: Elliot, Muriel, Philippine… fantasmi che non lo abbandonano mai. L’uomo crolla, avvolto dalla nebbia dei propri errori, incapace di trovare pace.
Intanto, l’indagine personale di Judith prosegue. Jordan, che la osserva con tenerezza e preoccupazione, tenta di dissuaderla. “Promettimi di non buttarti a capofitto in questa storia”, le dice. Ma Judith non promette mai ciò che non può mantenere. Dentro di lei, il desiderio di scoprire la verità è ormai più forte della prudenza. E lo sa bene: se qualcosa minaccia due ragazze innocenti, lei non potrà restare a guardare.