Nel mese di settembre, Tradimento si trasforma in una vera polveriera emotiva, dove ogni parola pesa come una condanna e ogni sguardo può distruggere anni di menzogne. Al centro di tutto: Tarik, sconvolto da una mail anonima che lo porta sull’orlo del collasso. Ma quello che lui ignora è che si sta dirigendo verso una trappola perfettamente orchestrata da Guzzidè, Nazan e Chengit.

Una mail, una minaccia, un passato che torna a galla

Tutto ha inizio quando Tarik riceve una misteriosa email. Le parole sono fredde, precise, taglienti: qualcuno sa ciò che è accaduto anni fa all’ospedale di Esmeli. Qualcuno è pronto a svelare tutto a sua moglie. Il bambino disabile, il segreto taciuto… Il sangue gli si gela nelle vene. Le mani tremano, il viso impallidisce. Davanti a Guzzidè, finge un impegno urgente con un cliente e fugge dalla villa, senza voltarsi.

Nel frattempo, a casa di Mualla, un ritrovamento cambia tutto: viene ritrovato il cellulare di Oilam, chiave di verità nascoste. E in ufficio, Tolga e la sua squadra esausta intercettano un’anomalia nei dati: una nuova traccia che potrebbe riaprire l’intero caso.

L’incontro sotto sorveglianza e la richiesta impossibile

Tarik si presenta al luogo dell’incontro, seduto a un tavolo isolato. Non sa che, nascosti poco lontano, ci sono Guzzidè, Nazan e Chengit, pronti a incastrarlo. Chengit si avvicina, si presenta come genero di Lutoufsi, l’uomo che aveva scoperto la verità prima di perdere la memoria. Chiede: “Cosa è successo al bambino disabile?”

Tarik è paralizzato. Cerca di comprare il silenzio con 350.000 dollari. Ma appena consegna la busta, Guzzidè e Nazan si rivelano. È il momento della resa dei conti. Guzzidè, con lo sguardo infuocato, si fa avanti e grida: “Dov’è mio figlio?”

Tarik non risponde. È pietrificato. Gli occhi fissi, la voce bloccata dalla paura. Ma la scena non finisce lì. Chengit tira fuori una registrazione che demolisce ogni difesa di Tarik. È la prova definitiva. Non può più negare.

La verità esplode come una bomba

Guzzidè lo affronta con tutta la furia di una madre tradita: “Hai sostituito mio figlio con un altro neonato!” Nazan conferma: la verità era sotto i loro occhi da anni. Tarik balbetta, nega, cerca una via d’uscita, ma tutto crolla. Guzzidè lo implora: “Non ti denuncerò. Dimmi solo la verità.” Ma lui non regge. Scappa via, lasciandola in ginocchio, distrutta.

Contemporaneamente, Sezai, sconvolto, entra nello studio del procuratore. Mostra un video: protagonista, sua figlia Ipec. È la conferma che anche lei è coinvolta nello scambio di bambini. Decide di denunciare. Registra un messaggio vocale per Neve, la madre di Ipec: “Falla costituire. È l’unico modo per salvarla.”

Tradimenti, fughe e confessioni

Nell’ufficio di Oltan, la situazione precipita. Una donna misteriosa, Oznur, rivela una verità scioccante: Jan non è figlio di Beran, ma di Tolga Cassifoglu. Lo dimostra con un video registrato da Oilam. Oltan è sconvolto. Cerca di comprare il silenzio di Oznur, firmando un assegno. Ma lei rifiuta. Dice di averlo fatto solo per giustizia.

Intanto, Guzzidè, ancora sotto shock, si precipita nell’ufficio di Tarik. Vuole affrontarlo una volta per tutte. Grida il suo nome, attraversa la segreteria come un uragano. Ma Tarik non c’è. È scomparso. Nazan la raggiunge, cerca di calmarla. Ma Guzidè è incontenibile: “Avvisami appena lo vedi. Me lo devi!”

Il momento della verità

La tensione è insostenibile. Tarik non è più al sicuro. Guzzidè, accompagnata da Nazan, si reca dal procuratore Sarp e racconta tutto: lo scambio dei bambini, la responsabilità di Tarik, la richiesta di un’indagine. Sarp ascolta e prende in carico il caso. La giustizia è stata finalmente invocata.

Nel frattempo, Ipec e Neve si rifugiano in un appartamento, accolte da un uomo di nome Suliman. Neve è preoccupata, ma Ipec è fredda, distaccata. Dice: “Aspetteremo. Poi ci libereremo di Azra.” Neve è sconvolta. Cerca di convincerla a costituirsi, a parlare con suo padre Sezai, ma Ipec non cede. Ricorda quando lui stesso voleva consegnarla alla polizia. Per lei, il legame è spezzato.

L’ultima corsa contro il tempo

Intanto, nel cuore della notte, Guzzidè fa irruzione nella casa di Yessim, convinta che Tarik sia lì. Grida il suo nome, vuole affrontarlo. Ma è Nazan a rivelare tutta la verità a Umit e Yessim: “Dietro allo scambio dei bambini c’era Tarik. È lui il responsabile.” Le loro vite non saranno più le stesse.

Guzzidè, devastata ma determinata, chiede giustizia. Tarik, invece, è un uomo in fuga. Ma il cerchio si stringe. La domanda che paralizza, “Dov’è mio figlio?”, non potrà più rimanere senza risposta.

📌 Il resto? Solo nei prossimi episodi. Ma una cosa è certa: a settembre, la verità si presenterà senza maschere. E per Tarik, il tempo della menzogna è finito.
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