Nell’universo della televisione italiana contemporanea, poche serie hanno osato tanto quanto “Tradimento”. Con una narrazione densa, colpi di scena a ripetizione e una profondità psicologica che graffia, questa produzione ha conquistato critica e pubblico, lasciando lo spettatore con il fiato sospeso ad ogni episodio. Ma Tradimento non è solo una serie: è un viaggio nel lato oscuro dell’animo umano, dove l’amore si trasforma in ossessione, la lealtà in trappola e la verità… in un’arma letale.
UNA PREMESSA SOLO APPARENTEMENTE NORMALE
La storia prende vita tra le mura sontuose di una villa immersa nella campagna toscana, dove vive la famiglia Mancini, simbolo di successo e rispettabilità. Il capofamiglia, Alessandro Mancini, è un noto magistrato, lodato dai media e temuto dai criminali. Sua moglie, Viola, è una gallerista raffinata, simbolo di eleganza e discrezione. Insieme hanno una figlia diciottenne, Luna, promessa del violino, fragile e geniale.
Ma la perfezione è solo una maschera.
Basta un dettaglio. Una chiamata ricevuta nel cuore della notte. Una valigia nascosta nell’armadio. Un nome cancellato da un vecchio diario. Da lì inizia la caduta. Vertiginosa. Devastante.
IL TRADIMENTO CHE NON È SOLO CARNALE
Il titolo della serie, Tradimento, sembra suggerire una storia d’infedeltà sentimentale. Ma sarebbe riduttivo. Qui si parla di tradimenti multipli e stratificati: coniugali, familiari, morali, istituzionali.
Alessandro, l’uomo che incarna la giustizia, intrattiene da mesi una relazione con Marta, una giovane collaboratrice del tribunale. Ma non è solo sesso. È potere. Marta sa troppo. Ha accesso a dossier riservati. E non è ciò che sembra.
Viola, all’apparenza la vittima, ha un passato segreto connesso a un delitto mai risolto: la morte sospetta di Elena, sorella di Marta, avvenuta anni prima proprio in una delle proprietà dei Mancini. Il cerchio si stringe. Le vite si intrecciano. Il dolore riaffiora. Il sangue anche.
UNA LETTERA CHE CAMBIA TUTTO
Il punto di svolta arriva con una lettera anonima ricevuta da Luna. “Tuo padre non è chi credi. Chiedi a tua madre cosa è successo il 12 settembre.”
La giovane, già tormentata da attacchi di panico e ansia, comincia a indagare. Scopre nastri audio, fotografie bruciate a metà, lettere mai spedite. In una delle più scioccanti rivelazioni della serie, Luna scopre che suo padre aveva un’altra famiglia. Una moglie segreta. Un figlio. E che tutto ciò è stato coperto per proteggere la sua carriera.
Ma non è finita. In un confronto teso e brutale tra Viola e Marta, la verità viene svelata: Marta è figlia illegittima di Alessandro. E la sua relazione con lui… è stata pianificata. Incesto, vendetta, manipolazione psicologica: tutto in un’unica, glaciale esplosione di orrore.
UNA MORTE INASPETTATA E UNA VENDETTA LENTA
Nel sesto episodio, il più discusso, Alessandro viene trovato morto nel suo studio. Apparentemente suicidio. Ma troppi elementi non tornano: la posizione del corpo, l’assenza di impronte sulla pistola, la finestra lasciata socchiusa.
L’indagine si fa subito torbida. Viola diventa la principale sospettata, ma anche Marta è sotto osservazione. E mentre la polizia indaga, Luna si isola sempre di più, avvolta nel silenzio, terrorizzata dalla possibilità che sua madre abbia davvero ucciso suo padre.
A metà stagione, un nuovo shock: Viola confessa di aver aiutato Marta a inscenare il suicidio di Alessandro. Perché? “Perché lui ci aveva rubato la vita. A tutte e due.”
IL FINALE: LA VERITÀ È UNA BOMBA
Negli ultimi episodi, la tensione raggiunge livelli insostenibili. Luna fugge da casa e si rifugia nella vecchia casa al lago della nonna. Ma proprio lì, trova un video nascosto: riprese di una telecamera di sicurezza installata anni prima. Nel video si vede Alessandro discutere violentemente con una donna. Non è Marta. Non è Viola. È Elena, la sorella morta. La discussione finisce con uno spintone. Un urlo. Un tonfo.
Elena è stata uccisa. Da Alessandro.
Tutto ciò che è successo – la vendetta di Marta, il silenzio di Viola, la follia di Luna – nasce da quel gesto. Un solo gesto che ha distrutto generazioni.
Il finale della serie è una bomba emotiva. Luna, davanti a una platea durante il suo saggio finale al conservatorio, interrompe la musica, guarda il pubblico in lacrime e dice:
“Mio padre era un assassino. E mia madre lo ha protetto. Ma io… io non voglio essere come loro.”
Silenzio. Poi buio. Fine.
UNA SERIE CHE CAMBIA LE REGOLE DEL DRAMMA TELEVISIVO
Tradimento non è solo un’opera narrativa. È una riflessione sulla colpa, sull’identità, sulla verità come forma di tortura. La regia è cinematografica, la fotografia sposa i toni scuri della mente umana, e la sceneggiatura osa laddove tante serie restano caute.
Ogni personaggio è scritto con profondità disturbante:
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Viola (interpretata magistralmente da Sabrina Ferilli) è un mix di fragilità e freddezza.
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Alessandro (Pierfrancesco Favino) è un uomo spezzato dalla sua stessa arroganza.
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Marta (Miriam Leone) è la vera rivelazione: vendicativa, calcolatrice, ma tragicamente umana.
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E Luna (Giulia Dragotto) incarna l’innocenza perduta, la coscienza che sopravvive ai mostri.
CONCLUSIONE: IL TRADIMENTO È DENTRO OGNUNO DI NOI
Il successo di Tradimento risiede nella sua capacità di toccare corde profonde e scomode. Tutti, in fondo, abbiamo tradito o siamo stati traditi. La serie non dà risposte, ma lascia cicatrici. Ogni episodio è un colpo allo stomaco, ogni rivelazione un terremoto.
Non è una serie da guardare.
È una serie da sopportare.
Fino alla fine.
Fino a quando il tradimento… non è più degli altri, ma nostro.
👉 Il link per guardare la serie è nei commenti.