In un episodio che segnerà un punto di svolta nella narrazione de La Promessa, la fragile apparenza della nobiltà viene frantumata da una rivelazione sconvolgente: dietro le mura del palazzo si nasconde una rete criminale tanto silenziosa quanto letale. Ciò che inizia come una banale visita in una gioielleria, si trasforma presto in un viaggio senza ritorno verso il cuore marcio del potere.
Tutto ha inizio quando Lope e Curro, fingendosi semplici clienti alla ricerca di un gioiello raro, si presentano in una gioielleria gestita da Esmeralda, una donna elegante ma nervosa. In realtà, la loro è una missione investigativa mirata: sotto la copertura di un acquisto, iniziano a porre domande sempre più scomode. Con frasi studiate e insinuazioni taglienti, Curro riesce a mettere Esmeralda alle strette, finché la donna, sopraffatta dal panico, crolla e confessa un orribile segreto: molte delle gioie vendute contengono compartimenti nascosti, utilizzati per trasportare sostanze velenose come il cianuro, la morfina e l’oppio. Le consegne sono dirette a figure di spicco dell’alta società, il che rende il crimine ancora più inquietante.
Dietro tutta questa operazione c’è un mandante enigmatico, un uomo che nessuno ha mai visto di persona e che comunica solo attraverso lettere sigillate con un emblema blu. L’ultima di queste lettere, indirizzata proprio a Curro, contiene un’accusa chiara e inequivocabile: il duca Lisandro Moncada è il cervello dell’intera rete.
Armati di prove schiaccianti, Curro, Lope e Pía decidono di agire. Interrompono un importante evento diplomatico al palazzo, guidato da Alonso Luján, il marchese. Davanti a una platea di dignitari e figure potenti, Curro smaschera pubblicamente il duca Lisandro, accusandolo di essere il burattinaio di una rete di traffico illegale. Lisandro, sicuro del suo status e della propria impunità, ride sarcastico e definisce l’accusa una farsa. Ma la situazione cambia drasticamente quando Curro mostra il gioiello incriminato, con il compartimento segreto ancora contenente tracce di veleno, e consegna ad Alonso la lettera con il sigillo blu.
Nel silenzio teso della sala, Alonso apre la lettera e inizia a leggere a voce alta. Ogni parola pronunciata è un colpo inferto al cuore della nobiltà: vi sono elencate date, nomi, transazioni e luoghi. Alla fine, una firma: Lisandro Moncada. Il gelo cala nella sala. Gli sguardi si spostano sul duca, che ora fatica a mantenere la sua maschera d’arroganza.
Lisandro tenta ancora una disperata negazione, ma la sua posizione è ormai compromessa. Curro lo affronta con rabbia e dolore: lo accusa non solo di traffico, ma anche di aver ordinato il suo tentato omicidio — l’incidente della caduta da cavallo — e di essere l’artefice occulto delle morti di Eugenia e Ana, usando il nome di Leocadia come diversivo.
Proprio quando la tensione sembra insostenibile, entra Burdina accompagnata da due guardie. Con tono deciso annuncia che ci sono denunce formali e prove sufficienti per procedere con l’arresto. Il duca viene ammanettato davanti a tutti, mentre la sua arroganza si dissolve in uno sguardo smarrito e rabbioso. “Stiamo ripulendo questo palazzo dalla corruzione,” dichiara Curro, rivolgendosi al padre, il marchese Alonso, che resta immobile, devastato dalla scoperta che coinvolge uno dei suoi alleati più vicini.
Nel frattempo, in una sala appartata del palazzo, si consuma un altro scontro infuocato. Ángela affronta sua madre, Leocadia, e le grida che non è più una bambina e che non accetterà di essere separata da Curro. Accusa la madre di aver inventato menzogne per tenerli lontani, per paura che la loro relazione porti alla luce verità compromettenti. Leocadia, furiosa, disprezza Curro, definendolo un servo indegno di una ragazza nobile. Ma Ángela non si lascia intimidire e pronuncia parole che trafiggono come lame: “Preferisco amare un uomo onesto piuttosto che vivere tra nobili corrotti.” Di fronte alla minaccia di essere mandata lontano, Ángela lancia un ultimatum: se sarà costretta ad andarsene, racconterà tutto ciò che sa.
Mentre madre e figlia si affrontano con parole che bruciano come fuoco, nel salone principale le fondamenta stesse del potere aristocratico tremano. L’arresto di Lisandro non rappresenta la fine, ma solo l’inizio di una lunga e dolorosa epurazione. Molti altri, che hanno partecipato o coperto questa rete, iniziano a temere di essere i prossimi.
Poco prima di congedarsi, Pía si avvicina a Curro e, con sguardo determinato, gli dice: “Ce l’hai fatta. Ora manca solo uno.” Curro annuisce, lo sguardo perso nell’orizzonte. Il prossimo bersaglio è chiaro, e non ci sarà pietà. “Sarà lei,” risponde. E con quella promessa silenziosa, La Promessa entra nel suo capitolo più esplosivo.
Pensavate di aver visto tutto?
Questo episodio non solo getta luce sui crimini del duca, ma lancia anche un avvertimento glaciale: i veri nemici della famiglia sono molto più vicini di quanto si possa immaginare. La caduta di Lisandro è soltanto l’inizio. Preparatevi a nuove rivelazioni, tradimenti devastanti e a una guerra per la verità che scuoterà ogni angolo del palazzo. La resa dei conti è appena cominciata.