Nel capitolo 618 de La Promessa, la tenuta si trasforma in un campo di battaglia silenzioso, dove le alleanze si sgretolano, le verità sepolte iniziano a emergere e il potere assoluto di Leocadia comincia a vacillare. Manuel, l’erede dei Luján, rompe ogni esitazione e si schiera apertamente contro la donna che ha dominato la casa con pugno di ferro. Il giovane nobile, spinto da senso di giustizia più che da convenienza, si erge come simbolo di una nuova ribellione, pronta a minare l’ordine imposto da Leocadia.
Ma non è solo in questa crociata. Curro, il ragazzo che deve tutto alla protezione di Leocadia, si trova ora diviso tra la gratitudine e l’affetto che prova per Ángela. Quando vede la giovane, malata e abbandonata a se stessa all’aperto, decide di agire. Il suo gesto, umile ma coraggioso – portarle un po’ di brodo caldo e del pane – diventa un atto di ribellione. Ángela, sempre più debole e febbricitante, resta accampata in quel rifugio improvvisato come simbolo di resistenza, rifiutandosi di cedere al ricatto emotivo della madre. Il suo corpo cede, ma la sua volontà rimane ferma. Ogni colpo di tosse è un grido silenzioso: non mi piegherò.
Anche Martina si unisce al fronte della ribellione. Pur avendo ricevuto ordini severi dalla madre di non avvicinarsi al campo di Ángela per paura delle ritorsioni di Leocadia, non riesce a restare inerte. Sfidando ogni regola, sgattaiola fuori di casa e corre da Ángela. Trova l’amica in condizioni critiche, con le labbra livide e la pelle pallida, febbricitante e sull’orlo del collasso. Con il cuore spezzato, Martina la implora di rientrare, di salvare la propria vita. Ma Ángela rifiuta. “Se cedo, vincono loro,” sussurra. Preferisce morire da libera che vivere da schiava.
Leocadia osserva tutto dall’alto, dalla finestra del suo sontuoso alloggio. Non una lacrima, non un cenno di compassione sfiora il suo volto. Per lei, la pietà è una debolezza. Ogni atto di gentilezza verso Ángela è una minaccia al suo potere, un’incrinatura nella sua autorità. Quando vede Curro aiutare la figlia, non esita a intervenire. Lo affronta nei corridoi con parole fredde come il ghiaccio, vestite di falsa dolcezza. Gli ricorda chi comanda, gli fa capire che sta camminando su un filo sottilissimo. “Se continui così, perderai tutto,” lo ammonisce. Curro, pietrificato, comprende che il tempo delle scelte è arrivato. Lealtà o coscienza. Ambizione o umanità.
Nel frattempo, Leocadia muove i fili su altri fronti. Il suo prossimo bersaglio è il padre Samuel, il sacerdote della tenuta. L’uomo porta dentro di sé un segreto doloroso: è stato scomunicato. Un marchio di vergogna che potrebbe distruggere tutto. Leocadia, perfida burattinaia, lo convoca nella biblioteca. Con parole taglienti ma educate, lo obbliga a mantenere il silenzio. La reputazione della Promessa, dice, dipende dalla sua obbedienza. “Dovrai continuare a celebrare messe, ad ascoltare confessioni… a fingere.” Il sacerdote, umiliato e svuotato, accetta. Non per fede, ma per paura.
Ma c’è un’altra minaccia che incombe, più silenziosa e potente: Lisandro. La sua presenza alla Promessa non è casuale. Il mistero che lo circonda si sta per svelare. L’uomo, legato a una rete di intrighi tessuta da Leocadia stessa, potrebbe far crollare l’intero castello di menzogne che lei ha costruito. Lisandro è lì per un motivo preciso, e il segreto che porta con sé ha il potere di sconvolgere tutti gli equilibri.
In questo nuovo episodio, la tensione è palpabile, il dramma umano profondo. Gli abitanti della Promessa si trovano intrappolati tra il dovere e il cuore, tra la paura e la verità. Manuel si erge come un faro di speranza, ma rischia di pagare un prezzo altissimo per la sua audacia. Curro lotta contro se stesso, mentre Martina è sull’orlo di compiere un gesto estremo per salvare Ángela. E nel cuore di tutto questo, Leocadia continua a regnare con fredda determinazione, pronta a sacrificare chiunque pur di mantenere il potere.
Il giorno sorge sulla tenuta, ma non porta luce. Porta ombre. La nebbia avvolge ancora i campi e i corridoi della casa, come se il palazzo stesso stesse trattenendo il respiro, in attesa dell’esplosione. Perché ogni menzogna ha un prezzo, ogni tiranno ha il suo giorno di giudizio… e a La Promessa, quel giorno potrebbe essere molto vicino.
Un nuovo capitolo, un nuovo scontro. La battaglia per l’anima della Promessa è appena cominciata.