Il silenzio si fa assordante a casa di Sara: la porta è chiusa, le luci accese, ma Seline è sparita. Nessuna traccia, nessun biglietto, solo una tensione che cresce minuto dopo minuto. Sara, presa dal panico, fruga in ogni angolo della casa chiamandola invano. Quando arriva Ipecc, il suo sguardo preoccupato conferma i timori: anche lei ha visto Seline, ma non sa dov’è finita. Il cellulare è spento, nemmeno la madre risponde. Il mistero si infittisce e l’ansia si trasforma in panico.
Intanto, nel villaggio di Mualla, il silenzio è di un altro tipo. Un lutto muto ha avvolto tutto. Mualla ha seppellito entrambi i suoi figli eppure non versa una lacrima. Cammina tra le donne che cucinano per il Ramadan come se fosse in trance. Ener, preoccupato, fa notare a Celal che dietro quel silenzio si nasconde un piano. Mualla non ha intenzione di lasciar andare via Oilum, qualunque cosa accada. L’apparente calma cela una strategia fredda e calcolata.
Oilum, ignara di tutto, torna alla villa. Il peso degli eventi recenti è inciso sul suo volto. Viene accolta da Oznur che le riferisce una visita inaspettata. Entra di corsa e trova Seline seduta sul divano, come se nulla fosse. L’aria si fa elettrica in un attimo. Oilum si blocca, poi l’esplosione: rabbia, dolore, accuse. Le parole diventano pugni. Seline cerca di giustificarsi, ma ogni tentativo è inutile. Oilum le rinfaccia tutto: la paura, la minaccia, le armi puntate. Tutto è iniziato da lei, da quel gesto che ha messo in moto una spirale di vendetta.
Seline resta lì, muta, tremante. Oilum le urla che le ha rovinato la vita. Quel video, apparentemente innocente, ha scatenato una reazione a catena che ha distrutto ogni cosa. Per Oilum non c’è perdono. La chiama sconosciuta, le urla in faccia che non la riconosce più. Il dolore è troppo, troppo profondo per lasciare spazio a una riconciliazione.
Nel pieno dello scontro, irrompe Ilknur, spaventata dalle urla. Ma Oilum, gelida, la respinge. Non vuole nessuno, solo la sua rabbia e Seline. Quest’ultima, con un filo di voce, ammette di aver capito i suoi errori dopo un sogno. Ha sognato Oilum che la guardava con disprezzo. È pentita, chiede perdono. Ma più si apre, più la collera di Oilum cresce. Non c’è spazio per pietà.
Infine, Oilum caccia Seline via. Le dice di tornare da suo marito e di non farsi mai più vedere. Le sue parole sono taglienti come lame. Seline, pallida, cerca di alzarsi ma le gambe le cedono. Cade a terra, priva di sensi. Il silenzio viene spezzato dal grido disperato di Oilum che chiama aiuto. Accorrono Ilknur e Oznur. Ilknur, sconvolta, si inginocchia accanto a Seline. Oilum, invece, resta impassibile. Vuole solo che si riprenda, poi si allontana.
Quando Seline riprende conoscenza, Oilum le ordina freddamente di andarsene. Nessuna carezza, nessun gesto d’affetto. La ferita è troppo profonda. Seline esce con lo sguardo vuoto, come se non fosse più presente a sé stessa. Il suo corpo c’è, ma la sua mente sembra essersi spenta.
Nel frattempo, a Diyarbakir, l’atmosfera è plumbea. Mualla è seduta accanto a Celal. Sultan entra con del cibo, ma nessuno ha fame. Celal, preoccupato, chiede cosa faranno adesso: torneranno a Istanbul? Informeranno la famiglia della morte di Beran? Ma Mualla ha già un piano. Prima di rendere pubblica la morte di Beran, vuole legare Caraman a Oilum. Solo così potrà mantenere il controllo. Se Oilum scoprisse la verità ora, se sapesse che Beran è morto, se ne andrebbe con il bambino. E Mualla questo non può permetterlo.
Celal cerca di farle capire che il bambino è già legato a loro, è un Dicleli. Ma per Mualla non basta. Sa che senza Beran, Oilum non ha più legami con la famiglia. Celal allora le pone una domanda cruciale: “E se Oilum rifiutasse Caraman?”. Mualla si irrigidisce, si sfrega le mani. È un’ipotesi che non ha considerato. Se succedesse, sarebbero finiti. Oilum scapperebbe e loro non avrebbero più alcun controllo. Tutto il piano crollerebbe.
Ma proprio mentre questo intreccio silenzioso si consuma nell’ombra, un’altra voce si leva forte. È Ilknur, stavolta in lacrime. Con il cuore a pezzi, corre da Sezai e gli urla in faccia: “Sono malata, aiutami!”. L’uomo la guarda, ma il suo sguardo non è quello che lei sperava. Gelo. Nessuna reazione di conforto, nessuna carezza, solo distanza. Il grido disperato di Ilknur rimbalza nel vuoto, lasciando tutti senza parole. Quel momento è un colpo al cuore, un segno che nemmeno lei sarà risparmiata da questo vortice di dolore e tradimento.
E mentre ogni personaggio si trova a un bivio, tra scelte drastiche e segreti sempre più pesanti da custodire, lo spettatore capisce che nulla sarà più come prima. Il perdono è ormai lontano, la vendetta si insinua ovunque, e la verità — ancora nascosta — minaccia di far esplodere tutto.
I prossimi episodi saranno un terremoto. Il conto alla rovescia è iniziato.