In un toccante approfondimento che getta nuova luce sul personaggio interpretato da Vanessa Gravina ne Il Paradiso delle Signore, la celebre attrice rivela una parte intima e dolorosa del proprio passato, destinata a riflettersi anche nel destino della sua Adelaide. Durante un’intervista nel programma Storie di donne al bivio, condotto da Monica Setta, Vanessa ha raccontato un episodio decisivo della sua giovinezza: una scelta consapevole, ma estremamente sofferta, legata all’interruzione volontaria di gravidanza.
Vanessa, oggi cinquantenne e amatissima nel ruolo della Contessa di Sant’Erasmo, ha spiegato come questo momento abbia inciso profondamente sul suo vissuto emotivo e sulle sue scelte di vita. “Nel mio caso è stata una decisione. Una decisione presa da giovane, in un’età in cui ancora si cerca di capire chi si è davvero”, ha raccontato. Una decisione che, sebbene compiuta lucidamente, ha lasciato cicatrici profonde: “È stata un’esperienza molto forte, come credo lo sia per ogni donna”.
La riflessione ha aperto un dialogo sincero anche su un tema spesso tabù: la differenza tra un aborto spontaneo e un’interruzione volontaria. La conduttrice ha sottolineato come nel caso di Vanessa non si trattasse di una perdita accidentale, ma di una scelta. L’attrice ha accolto con lucidità questa osservazione, pur precisando: “Sono esperienze diverse, ma entrambe estremamente traumatiche. In entrambi i casi si rinuncia a una parte di sé, a un potenziale legame per la vita”.
Per Vanessa, crescere in una famiglia separata come figlia unica, ha significato costruirsi fin da piccola una visione molto intensa e sacra dell’affettività. Proprio per questo, ha spiegato, il desiderio di maternità non poteva essere qualcosa da affrontare con leggerezza. All’epoca, il compagno era molto giovane, appena diciottenne, e il contesto non offriva quelle basi di amore e progettualità che per lei sono imprescindibili quando si parla di mettere al mondo un figlio.
“Mi sono mai sentita in colpa? No. Non ho mai provato senso di colpa per quella scelta. Ho sempre pensato che un figlio debba nascere da un sentimento condiviso e da intenti comuni. È un atto d’amore, non una casualità”, ha dichiarato con fermezza. Tuttavia, col passare del tempo, quel desiderio di maternità si è riaffacciato. Vanessa ha raccontato di aver vissuto un momento in cui la voglia di diventare madre si è fatta sentire con più forza, ma quella vecchia ferita ha continuato a pesare.
“Ho pensato di avere un figlio, sì, ma quell’esperienza del passato è rimasta per me umiliante. Non solo per la rinuncia in sé, ma per ciò che ha significato per me come donna. L’ho vissuta come una disconferma della mia identità, e anche come un silenzioso addio a quella creatura che avrebbe potuto nascere. Era un pensiero che tornava, che pesava, che mi frenava.”
Per proteggersi da ulteriori sofferenze, Vanessa ha adottato un atteggiamento molto prudente nei confronti della vita sentimentale e professionale. Ha cercato di creare intorno a sé un ambiente che la mettesse al riparo da scelte affrettate, da relazioni senza fondamenta, da situazioni che potessero riportarla in quello stato emotivo. “Ho sempre fatto attenzione a non trovarmi di nuovo in quella situazione. Mi sono costruita una vita dove il rischio di ripetere quell’esperienza fosse il più basso possibile.”
Il desiderio di maternità è tornato in un secondo momento, più tardi, quando la maturità e l’equilibrio personale sembravano offrirle una nuova possibilità. Vanessa ha rivelato che, in quel frangente, aveva anche valutato l’idea della procreazione medicalmente assistita. Una via concreta, moderna, possibile. Ma alla fine, con la consapevolezza di tutto ciò che aveva attraversato, ha scelto di non percorrere nemmeno quella strada.
“Quando sono arrivata alla fase più matura della mia vita, avevo chiuso molti cerchi, risolto tanti nodi interiori. Eppure, anche in quel momento, non ho sentito che fosse giusto forzare la natura. Ho pensato che il mio percorso, il mio modo di essere madre, potesse forse esprimersi in altre forme, non necessariamente biologiche.”
Questo intenso racconto personale getta nuova luce anche sul personaggio di Adelaide ne Il Paradiso delle Signore. Il pubblico ha imparato a conoscere la Contessa come una donna forte, autonoma, ma anche segnata da perdite, rinunce e segreti. La vita reale di Vanessa Gravina, con le sue ferite e la sua saggezza, sembra fondersi con quella della sua interprete, dando maggiore profondità e autenticità al personaggio.
Il dolore silenzioso della maternità mancata, il peso di una scelta lucida ma non indolore, l’equilibrio tra affetti e libertà personale: tutto questo emerge non solo nel vissuto dell’attrice, ma anche nella sua performance. La Contessa, che per anni ha portato avanti la propria esistenza tra doveri familiari, solitudine e orgoglio, potrebbe ora essere protagonista di una svolta narrativa importante: un confronto col passato, un ritorno dei rimpianti, o forse un’opportunità imprevista per dare un nuovo senso alla propria eredità affettiva.
Il dolore e la forza di Vanessa Gravina, insomma, potrebbero diventare la chiave di lettura di una nuova, intensa trama per Il Paradiso delle Signore. Un racconto che va oltre lo schermo, e che parla a tutte quelle donne che, nel silenzio o nel giudizio, si sono trovate davanti a scelte difficili. Una storia di resilienza, consapevolezza e libertà.