Nel cuore della tenuta de La Promessa, tra nobiltà decadente, intrighi familiari e sogni di riscatto, si muove una figura controversa e divisiva: Pelayo. Ma chi è davvero quest’uomo, e cosa nasconde dietro il suo fascino ambiguo? Può davvero esistere un futuro per lui e Catalina? Oppure la loro è solo una relazione costruita su menzogne, manipolazioni e tradimenti?
La verità è complessa, come spesso accade in una telenovela fatta di passioni accese e segreti inconfessabili. Pelayo arriva a La Promessa sotto incarico diretto di Cruz, la fredda e calcolatrice matrigna di Catalina. Il suo scopo? Semplice e spietato: conquistare la giovane erede, sposarla, e portarla via da tutto ciò che ama. Fin dal primo momento, il suo ingresso nella vita di Catalina è avvolto da una menzogna colossale. Una bugia che non ha nulla di innocente, e che andrà a minare ogni possibile sincerità tra i due.
Catalina, ignara delle vere intenzioni dell’uomo, si lega a lui emotivamente, costruendo giorno dopo giorno un sentimento autentico, mentre Pelayo recita la parte dell’innamorato. Ma cosa prova veramente lui? L’ambiguità del personaggio lo rende affascinante, sì, ma anche estremamente pericoloso. Non solo per Catalina, ma per tutto ciò che rappresenta: la tenuta, i lavoratori, il progetto sociale delle marmellate, un simbolo di emancipazione per le donne del villaggio.
Pelayo, approfittando della fiducia conquistata, arriva a sfruttare proprio quella piccola impresa come copertura per un traffico d’armi. Il cuore pulsante dell’attività di Catalina viene corrotto e strumentalizzato per fini oscuri, fino a crollare sotto il peso delle sue bugie. E quando tutto viene a galla, non è Pelayo a confessare. No, è Catalina che, pezzo dopo pezzo, ricostruisce la verità, smascherandolo. Se lei non avesse indagato, lui avrebbe continuato imperterrito a mentire. Questo è il vero tradimento: non l’azione in sé, ma la sistematica negazione della verità.
Eppure, c’è chi ancora lo difende. Alcuni giustificano le sue scelte parlando del contesto storico — siamo nel 1915, dopotutto — o addirittura criticando Catalina per non “comprendere” Pelayo. Ma la verità è che in una relazione sana, chi ama davvero non impone il silenzio, non decide al posto dell’altro, non priva la persona amata del diritto di scegliere. E Pelayo lo ha fatto. Ha mentito, ha manipolato, ha tradito.
Il confronto con Adriano, il grande amore rivale, diventa allora inevitabile. Con lui, Catalina ha costruito qualcosa di più sincero, nonostante le differenze sociali. Una relazione fatta di scambi veri, senza secondi fini, dove l’amore non si nasconde dietro maschere o interessi. E per quanto Pelayo possa apparire affascinante, anche grazie all’ottima interpretazione dell’attore che lo porta in scena, è chiaro che il personaggio vive in una zona grigia troppo indefinita. Non è un cattivo puro, né un eroe tormentato. È un opportunista, qualcuno che sfrutta le circostanze e le persone.
La questione diventa ancora più delicata con l’annuncio della gravidanza di Catalina. Dopo mesi di dolore, rinchiusa nell’hangar e privata di tutto a causa della scoperta del traffico d’armi, la giovane si ritrova a dover affrontare un nuovo, enorme cambiamento. Decide di tenere il bambino, e propone a Pelayo di crescerlo insieme. Ma la reazione di lui è fredda, distante, quasi infastidita. Non si può parlare di tradimento da parte sua — all’epoca non stavano più insieme — ma l’assenza di empatia da parte di Pelayo è evidente. L’uomo che un tempo avrebbe dovuto proteggerla ora si mostra incapace perfino di sostenerla in un momento tanto cruciale.

E qui si aprono nuove ipotesi narrative. Cruz potrebbe venire a sapere della gravidanza e offrire denaro a Pelayo per riconoscere il bambino come proprio. Un gesto che lui potrebbe accettare, ma non per amore — bensì per convenienza. Oppure, in uno scenario ancora più inquietante, Pelayo potrebbe fingere di voler crescere il bambino, salvo poi spingere Catalina verso una decisione drammatica, come l’aborto. Una possibilità agghiacciante, che ricorderebbe troppo da vicino comportamenti già visti in altri personaggi negativi, come Gregorio.
Ma Catalina non è una donna che si lascia piegare facilmente. Nonostante le delusioni, conserva una forza interiore che la rende uno dei personaggi più amati della serie. È lei a smascherare le trame oscure, è lei a difendere con coraggio la sua terra, il suo progetto, la sua gente. E proprio per questo la sua storia con Pelayo risulta inaccettabile agli occhi di molti spettatori: perché Catalina merita di più. Merita qualcuno che la ami per ciò che è, non qualcuno che ha costruito ogni gesto sulla menzogna.
Pelayo, dal canto suo, continua a mantenere il silenzio. Anche adesso che tutto sembra crollare, non trova il coraggio di confessare pienamente, di mettersi a nudo. Le scene con Cruz lo mostrano ancora legato a quel vecchio patto, incapace di rompere definitivamente con il passato. Un passato che lo definisce più di quanto lui stesso voglia ammettere.
E allora la domanda sorge spontanea: Pelayo farà del male a Catalina? Forse lo ha già fatto, in mille modi, alcuni più sottili di altri. Non sempre il dolore si infligge con azioni eclatanti. A volte è proprio il silenzio, la manipolazione, la reticenza, a lasciare cicatrici più profonde.
In conclusione, la relazione tra Pelayo e Catalina non può essere definita una storia d’amore. È un legame tossico, sbilanciato, costruito sulle fondamenta fragili della bugia. E fino a quando Pelayo non troverà il coraggio di affrontare la verità, di chiedere perdono senza giustificazioni, di amare senza controllare, Catalina resterà solo una tappa nel suo percorso. Non la sua meta.
E per tutti noi che seguiamo La Promessa con passione, resta il dubbio: può un personaggio così controverso redimersi davvero? O Pelayo è destinato a restare, per sempre, l’uomo che ha calpestato l’amore in nome dell’ambizione?