Nella tenuta Sadoglu, un nuovo giorno nasce tra luci dorate e ombre antiche, ma la pace è un’illusione fragile. Reyan, con il cuore segnato e il volto addolcito solo dall’amore per Miran, cerca serenità nel galoppo del suo cavallo Mavi. Ha attraversato burrasche emotive, ma non ha mai ceduto alla disperazione. Tuttavia, una strana inquietudine la segue, come un’ombra invisibile. Nei suoi abbracci con Miran cerca conforto, mentre lui le promette una nuova vita libera da rancori e fantasmi. Ma Reyan sente che qualcosa di terribile si sta avvicinando. Un nome ritorna come una condanna: Azize Aslanbey.

Per 40 giorni, Azize ha vegliato la tomba di Elif, promettendo vendetta e stringendo la terra gelida tra le dita. “Il sangue dei Sadoglu scorrerà,” mormora con voce rotta dall’odio. Decide di spostare i resti della giovane accanto alla madre, un gesto inquietante che sancisce la sua alleanza definitiva con la vendetta. Ma i venti del destino soffiano in modo imprevedibile. A Midyat, una nuova figura compare dalle tenebre: Aslan, il figlio dimenticato di Sultan Aslanbey. È tornato per reclamare la sua identità, pronto a inserirsi nel teatro di passioni, tradimenti e vendette.

Nel frattempo, Reyan confida a Miran il desiderio di rivedere Zera, ma il timore che la felicità sia solo un miraggio la tormenta. Alla tenuta Sadoglu, l’aria è insolitamente leggera: la piccola Gul attende con gioia l’arrivo di Handan e della nuova nata, mentre un uomo sconosciuto si presenta come cuoco, scatenando reazioni contrastanti. La quiete, tuttavia, si rivela presto effimera.

Tra le mura degli Aslanbey, il dolore è ancora vivo. Sultan piange in silenzio, mentre Gönül stringe una fotografia di Elif, temendo di dimenticarla. Anche lei sogna la vendetta, ma il timore di Azize la paralizza. Sultan, con il cinismo che solo le cicatrici sanno forgiare, le ricorda che se Azize avesse voluto colpire, lo avrebbe già fatto. Forse, però, nessuno conosce ancora la vera profondità dell’abisso in cui Azize è sprofondata.

Nasu, teso e inquieto, attende il ritorno di Handan con la neonata, una fiammella di speranza in un mondo crudele. Cihan presenta la bambina alla famiglia riunita, e Azat, divorato dalla colpa per la morte di Elif, si chiude nel suo dolore. Solo la voce innocente di Gul riesce a far breccia nella sua anima tormentata. Infine, spinto dall’amore per i suoi cari, Azat esce dalla stanza e abbraccia la famiglia. Battezza la neonata “Uma”, un nome che significa felicità, come un nuovo inizio.

Reyan e Miran tornano alla villa dopo una breve cavalcata. Si scambiano un tenero bacio, ma Reyan si ritrae: il presagio oscuro è tornato, più potente di prima. Azat trova il coraggio di affrontare i suoi cari e accoglie la sorellina. Ma quando Reyan e Miran, mano nella mano, entrano nella tenuta per annunciare la loro partenza imminente, la tensione si taglia con il coltello. Yaren, rossa d’invidia, li accusa di fuggire dopo la morte di Elif. Nasu teme l’ira di Azize, ma Miran lo rassicura: è tempo di voltare pagina. I Sadoglu, con riluttanza, offrono la loro benedizione.

Ma Azize non ha dimenticato. Nella sua casa buia, osserva l’oscurità crescere dentro di sé. Per lei, Reyan è la causa di ogni male, e la felicità della giovane coppia è un insulto che grida vendetta. Decide di colpire con freddezza e precisione. Quando Canan la informa che Reyan e Miran stanno per partire, Azize comprende che il momento è arrivato.

La mattina seguente, Miran partecipa a una colazione con la famiglia Sadoglu, un raro momento di apparente armonia. Prima di andarsene, Reyan e Miran visitano Shukran, offrendole un posto nella loro nuova vita. Ma Shukran, legata alla memoria di Dilsha, rifiuta.

Azize, intanto, si veste di bianco, un colore che contrasta drammaticamente con il nero che l’ha sempre avvolta. Un presagio ambiguo. A Esma consegna la chiave di una casa promessa, un dono che suona come un addio. Dionil percepisce la tragedia imminente e le chiede spiegazioni. Azize la abbraccia, forse per l’ultima volta. La sua decisione è presa: ha scelto la distruzione.

Ordina che Sultan, Gönül, Esma e Asie vengano allontanate. Esma la supplica di abbandonare l’odio, ma Azize, con occhi lucidi, afferma di non poter sfuggire al suo destino. Al cimitero, Reyan e Miran si preparano a dare l’ultimo saluto a Elif. Ma la tomba… è vuota. Uno shock glaciale li colpisce. È opera di Azize. Un avvertimento. Una sfida. Reyan, con fierezza, decide di ricoprire comunque la tomba vuota per onorare la memoria di Elif.

Ma l’incubo non è finito. Il furgone che trasporta Sultan, Esma, Gönül e Asie viene intercettato. Due uomini misteriosi prendono il controllo del mezzo. Parlano con familiarità, ma i loro volti sono sconosciuti. Chi li ha mandati? Una nuova minaccia si profila.

Reyan, intanto, viene fatta scendere con forza dall’auto. Una voce familiare, terribile, la chiama: Azize. In un confronto carico di tensione, Reyan la accusa a gran voce di essere un’assassina. Mafuz la trattiene mentre Reyan urla con il cuore a brandelli. Abbandonata nel nulla, Reyan corre disperata, temendo il peggio per Miran.

Miran, nel frattempo, incontra Firat e gli confessa l’atroce verità: ha finto di sparare ad Azat per ingannare Azize. Un sacrificio necessario per proteggere Reyan e smascherare la nonna. Ma ora il gioco è più pericoloso che mai. Azat è scomparso. La guerra psicologica è solo all’inizio.

E mentre il sole cala su Midyat, un silenzio inquietante avvolge la villa Sadoglu. Azize, vestita di bianco come una sposa della vendetta, è pronta a scrivere l’ultimo, sanguinoso capitolo della sua guerra. Nulla potrà più fermarla.

Vuoi sapere cosa succederà davvero quando Azize colpirà?