Behram terrà Oylum prigioniera e la manipolerà al punto da convincerla che sposarlo è l’unica soluzione possibile
Il gran finale della prima stagione di Tradimento si avvicina e i prossimi episodi, dall’8 all’11 aprile, si concentreranno sul drammatico rapimento di Oylum. Behram, deciso a non lasciarsela sfuggire, terrà la ragazza sotto stretto controllo, trattandola a tutti gli effetti come una prigioniera. L’uomo, spinto dall’ossessione, cercherà di velocizzare ogni passaggio per arrivare al matrimonio con lei il prima possibile. Intanto, Oylum apparirà completamente sopraffatta dalla situazione, come se non avesse più la forza di ribellarsi, e alla fine accetterà di sposarsi.
Behram prepara le nozze in gran fretta
Nelle prossime puntate di Tradimento, Behram porterà avanti i preparativi del matrimonio in gran segreto. L’uomo terrà all’oscuro persino sua madre, ma si affiderà al fidato Ercan per organizzare le nozze in tempi rapidi.
Nel frattempo, Güzide, preoccupata per sua figlia, riuscirà a mettersi in contatto con Oylum. Tuttavia, la ragazza, completamente soggiogata da Behram, non chiederà aiuto. La giovane al contrario rassicurerà la madre, sostenendo di essere fuggita con lui di sua spontanea volontà. Güzide, però, non crederà a una sola parola. Determinata a salvarla, si lancerà subito alla sua ricerca, affiancata dall’ex marito Tarık Yenersoy e dalla consuocera Mualla.
Una lotta contro il tempo: Guzide e Tarik cercano di impedire il matrimonio
Güzide e Tarık metteranno da parte i dissapori e uniranno le forze per aiutare la loro figlia. I due riusciranno a individuare il luogo segreto del matrimonio proprio un attimo prima che Oylum, in abito da sposa, pronunci il fatidico “sì” davanti ai testimoni.
Güzide e Tarık non saranno soli: con loro ci sarà anche la polizia, allertata in seguito alla segnalazione di rapimento. Ma alla fine Oylum deciderà di sposarsi.
Oylum è completamente soggiogata da Behram
Il comportamento di Oylum potrebbe spiazzare il pubblico, tuttavia si tratta di una condizione giustificata dalla situazione estremamente delicata e pericolosa.
In un contesto simile, è facile che la vittima cada in uno stato di blocco emotivo, incapace di ribellarsi o anche solo di valutare razionalmente le proprie opzioni. Potrebbe sentirsi intrappolata, senza via d’uscita, e convincersi che assecondarlo sia l’unico modo per evitare conseguenze peggiori. Il suo silenzio e la sua passività potrebbero anche essere una strategia di sopravvivenza: aspettare il momento giusto per reagire, sperando in un’occasione in cui sentirsi meno sola e più protetta.