Il destino di Kemal e Nihan pende su un filo sottile, pronto a spezzarsi. Dopo aver accettato l’accordo con Emir, Kemal è entrato in una partita mortale senza via d’uscita. Ha davvero fatto la scelta giusta o è caduto nell’ennesima trappola?
Poche ore prima, in un angolo nascosto, Kemal e Hakan avevano pianificato ogni dettaglio. Il battito di Kemal era accelerato mentre confessava all’amico di aver scambiato la sua libertà per salvare Nihan e i loro cari. Hakan, con il volto teso, sapeva bene quanto fosse pericoloso. “Non ti fidi di lui, vero?” aveva chiesto con voce bassa ma carica di sottintesi. Kemal, con lo sguardo tagliente come una lama, aveva risposto senza esitare: “No, ma non ho altra scelta.”
Nel presente, nell’abitacolo della macchina, l’aria è pesante come piombo. Emir, con il solito sorriso arrogante, osserva Kemal con un divertimento malizioso. “Spero che tu non stia pensando di fare il furbo,” sibila, ma Kemal resta impassibile, le mani serrate sul volante fino a far sbiancare le nocche. Intanto, alla centrale, Hakan è in allerta: “Seguiamo le loro tracce. L’auto di Kemal ha un segnalatore, non lo perderemo.” Ma il tempo stringe e nessuno sa fino a che punto Emir sia pronto a spingersi.
Kemal pretende di vedere Nihan viva. Emir chiama il suo uomo, e sullo schermo del telefono appare Ayhan: è provato, ma vivo. “Sto bene, mi stanno lasciando andare,” sussurra con voce stanca. Kemal trattiene il respiro, ma sa che non è finita. Emir lo incalza: “Ora che il tuo amichetto è salvo, possiamo pensare a Nihan. Devi accelerare se vuoi salvarla.” Kemal preme il piede sull’acceleratore, il motore ruggisce nella notte. Ma in agguato c’è una minaccia invisibile.
Dopo diversi cambi di auto, Kemal inizia a capire: qualcosa non quadra. “Quando vedrò Nihan?” domanda, la voce tesa di rabbia trattenuta. Emir lo guarda con divertimento: “Pazienza, tutto a suo tempo.” Kemal sa che ogni secondo perso potrebbe costare la vita alla donna che ama, ma non ha altra scelta. Intanto, alla centrale, un colpo di scena: una segnalazione anonima porta Hakan sulle tracce di Kemal. In una vecchia fabbrica abbandonata, qualcuno ha sentito delle urla…
All’improvviso, Emir ferma l’auto in un luogo isolato e fissa Kemal con un ghigno sinistro: “Da qui prosegui a piedi. Cammina dritto per dieci minuti e troverai Nihan. Hai solo venti minuti per salvarla.” Senza dargli il tempo di reagire, Emir sgomma via lasciandolo solo. Kemal si lancia nella corsa più disperata della sua vita.
E poi la vede: Nihan, legata a una roccia, le mani bloccate dietro la schiena. Accanto a lei, un ordigno con un timer digitale. I numeri rossi pulsano come un battito cardiaco impazzito: 10 minuti all’esplosione.
Kemal sta per avanzare quando la voce di Nihan lacera il silenzio: “Kemal, fermati! Non avvicinarti… ci sono mine ovunque!”
Il destino è segnato. Ci sarà una via d’uscita… o questo è davvero il loro tragico epilogo?