Tra le mura de La Promessa, il silenzio non esiste più. Le confessioni e le intrighi ribollono, e ogni angolo della tenuta custodisce segreti pronti a distruggere tutto. Petra, implacabile, strappa a padre Cristóbal una verità che lo tormenta: Samuel è suo figlio, frutto di un passato che nemmeno la tonaca ha potuto seppellire. Il colonnello Fuentes, percependo la debolezza, stringe il cerchio attorno a Lorenzo con prove e minacce che potrebbero trascinare gli Alvear nello scandalo.
In mezzo a questa fitta rete, Manuel scopre che Leocadia non è sua nemica, ma vittima di un ricatto, e stringe con lei un’alleanza tanto pericolosa quanto necessaria. Pía, dal canto suo, cerca di ricucire il legame spezzato tra Ángela e Curro, mentre Ricardo gioca la sua ultima carta per annullare il matrimonio e ottenere la libertà tanto desiderata.
Ma la vera tempesta si agita nel cuore di Curro. Dalla tragica morte di Yana, la sua vita si è ridotta a una sola parola: vendetta. Mesi di lutto e un’indagine clandestina lo hanno trasformato in un uomo calcolatore e freddo, capace di muoversi nell’ombra e leggere le bugie che colano tra le pareti del palazzo. I suoi alleati sono pochi ma leali: Manuel, suo cugino, guidato dal fuoco della giustizia, e Abel, il medico, la cui logica e calma bilanciano la furia degli altri due.
Insieme ricostruiscono le ultime ore di Yana, certi che la sua morte non sia stata un incidente. La prima pista arriva grazie a Ángela, dama di compagnia e nuova luce nella vita di Curro. In un incontro furtivo, lei gli rivela una discussione tra Lorenzo e il marchese sulla Finca de la Vera e su un gioielliere cordovese di nome Mateo, misteriosamente scomparso anni prima. L’intuizione di Curro gli dice che questa pista è legata alla morte di Yana.
La ricerca li conduce a una scoperta sconvolgente: Mateo non è scomparso… è stato assassinato. Vecchie prove rivelano che Lorenzo e il marchese si allearono per eliminarlo, appropriarsi della sua finca e ripulire l’operazione. Yana, originaria di Cordova, avrebbe scoperto il segreto, firmando così la sua condanna.
La conferma arriva da Leocadia, madre di Ángela, che confessa di aver ricevuto da Lorenzo una scatola da far sparire poco dopo la morte di Yana. La scatola, sepolta sotto una vecchia quercia, contiene una spilla da cravatta con uno zaffiro e un pezzo di stoffa dell’uniforme di Yana: la prova inconfutabile che Lorenzo era presente sulla scena del crimine.
Con Abel e Manuel, Curro pianifica la trappola finale. Il marchese, affrontato dal proprio figlio, confessa il suo coinvolgimento nella frode, ma accusa Lorenzo dell’omicidio. La tensione esplode quando Lorenzo entra in biblioteca e, messo con le spalle al muro dalle prove, si lascia travolgere dalla superbia e ammette il crimine. La Guardia Civile, nascosta e in attesa del segnale, irrompe per arrestarlo.
In un ultimo gesto di rabbia, Lorenzo tenta di aggredire Curro, ma Manuel lo protegge, riportando una ferita lieve. Le guardie immobilizzano il capitano, ponendo fine al suo regno di terrore. Il processo successivo condanna Lorenzo per l’omicidio di Yana e Mateo, mentre il marchese paga per le sue frodi e i suoi insabbiamenti.
Curro, lontano dal provare trionfo, sente sollievo. La vendetta è terminata e al suo posto rimane lo spazio per qualcosa di nuovo. Davanti alla tomba di Yana, le promette pace e la ringrazia per averlo guidato. Ángela lo attende, e insieme decidono di lasciare La Promessa per iniziare una vita lontana dai fantasmi, forse a Cordova, onorando Yana con la felicità e non con il dolore.
Il giovane ingenuo e il vendicatore implacabile svaniscono; al loro posto resta un uomo segnato dalle cicatrici, ma pronto ad amare e vivere. E così, mano nella mano, Curro e Ángela si allontanano dal palazzo verso un orizzonte di libertà e speranza. La giustizia è stata fatta, il lutto si trasforma in ricordo e l’amore, contro ogni previsione, trionfa.
